Il suo primo libro “Elisa e Bella Francavilla” è in uscita il 22 luglio, Stéphanie lo racconta in esclusiva a calciodonne.it. Uno dei primi racconti per bambini in Italia sul calcio femminile è scritto dalla fortissima numero 1 della Fiorentina.
come mai ha deciso di scrivere questo libro?
Mi è sempre piaciuto scrivere ma non ho mai scritto nulla del genere, ho scritto qualche articolo per alcuni giornali svedesi, ma è iniziato tutto qualche estate fa quando in Svezia leggevo di una giornalista che aveva iniziato a scrivere libri per bambini sul calcio femminile, raccontando storie vere di alcune mie colleghe svedesi, ci sono milioni di libri che parlano di calcio ma nessuno con protagoniste femmine, così immaginando che in Italia fosse uguale ho deciso di iniziare a scrivere.
Qual è la trama del libro?
Parla di una ragazza, Elisa, che ama il calcio e desidera giocare in una vera squadra, tuttavia i suoi genitori ritengono che il calcio sia uno sport da maschi. Mentre sta tornando a casa Elisa però vede un’altra ragazza come lei che sta giocando a calcio e non riesce a smettere di chiedersi chi fosse questa ragazza.
Che scopo ha questo libro?
Il calcio non è solo per i maschi ma è per chi lo ama, ho iniziato a scrivere questo libro circa 3-4 anni fa, tuttavia solo pochi mesi fa ho deciso di finirlo e pubblicarlo, il fatto che l’Italia abbia fatto bene al Mondiale è stato sicuramente un incentivo.
Che sensazione ha quando le bambine la riconoscono in strada o viene dipinta come il loro idolo?
Credo che le ragazze abbiano bisogno di idoli femmine, succede spesso che mi riconoscano per strada e mi fa sempre tantissimo piacere. Credo che il nostro dovere sia essere i migliori esempi possibile.
Crede che il calcio femminile in Italia non sia ai livelli svedesi per via della cultura italiana oppure per mancanza di sufficiente pubblicità?
Penso che in fondo sia un fattore culturale, in molti posti ancora non c’è uguaglianza tra i sessi nemmeno in famiglia, è molto difficile poterlo avere nello sport, vedo però un grande cambiamento negli ultimi anni e sono molto fiduciosa.
Si augura si raggiunga il livello svedese?
La Svezia non è perfetta, sicuramente più avanzata sotto quel punto di vista ma l’Italia sta andando nella direzione giusta. Mi trovo molto bene qui in Italia e sono davvero felice di vivere questa grande crescita del calcio femminile anche se questo è solo l’inizio.
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Miriana Cardinale