Noemi Papagna è una giovane calciatrice piemontese di 19 anni che milita nell'Ivrea 1905. Mi ha contattato sulla nostra pagina facebook per rendermi partecipe alla sua ultima discriminazione subita da un ragazzo (calciatore di 25 anni) il quale l'ha contattata per deridere la sua passione per il calcio e opprimerla con dichiarazioni pesanti quanto penose che la ragazza mi ha trasmesso in copia e che naturalmente tengo riservate.
Tra le righe, del suo sfogo, ho percepito la sua indignazione e rabbia per essere stata calpestata nella sua dignità di atleta e di donna. Io no. Ci sono abituato. Da sempre.
Purtroppo, sotto questo aspetto, ben poco è cambiato dai tempi in cui fui coinvolto nel calcio femminile.
Adesso il movimento, al suo interno, è lentamente evoluto, ma non di pari passo con i troppi maschilisti o falsi scettici, che in realtà sono solo dei deboli ignoranti discriminatori, che continuano a deprecare lo sport praticato dalle donne e in particolare il calcio. Discorso molto diverso nel mondo del ciclismo, dove corridori e sportivi, si "coccolano" le ragazze sin dalle prime pedalate e fanno gruppo, uscendo insieme e dando loro saggi consigli.
Con l'arrivo del calcio professionistico la situazione, in questo caso, non è migliorata: durante le dirette streaming sono consuete le offese più colorite all'indirizzo delle calciatrici di serie A, figuriamoci con ragazze di categorie inferiori!
Credo che si tratti di un problema di cultura e di mancanza di rispetto verso il gentil sesso di ogni età a causa della mancanza dei valori e buone maniere che molte famiglie non sono in grado di impartire ai propri figli.
Non mi prolungo oltre e vi lascio allo sfogo di questa ragazza con la speranza di sollecitare chi di dovere a intervenire per equilibrare l'Italia in rosa dello sport che lo stesso Stato discrimina con la famosa legge 91 del 23 marzo 1981 che detiene tutte le donne al dilettantismo ma ne gode dei loro sforzi e delle loro vittorie che tengono alto l'onore della nostra Nazione nel Mondo.
"Caro Walter, le scrivo queste parole, perché anche oggi, in una giornata come tutte le altre, indaffarata e frenetica, l'ennesimo ragazzo di 25 anni ha deciso di contattarmi per deridere le donne ed il calcio.
Vorrei semplicemente che gli italiani si svegliassero.
Vorrei che venissero sradicati pregiudizi e stereotipi sulle donne e questo fantastico sport.
La passione per il calcio è nata così, un po' dal nulla e un po' grazie al mio babbo che sin da piccola mi portava a vedere le partite di pallone.
La maggior parte degli uomini quando, alla domanda: "Che sport pratichi?", rispondo: "Gioco a calcio", mi ride in faccia o rimane allibito come se avessi detto chissà quale eufemismo.
Sono stanca di ricevere messaggi con insulti o prese in giro da parte di ragazzini, ragazzi e molte volte anche da "uomini".
Stanca di riceve messaggi discriminatori ed offensivi da parte di ragazzi, che fanno amichevoli contro squadre femminili e passano tutta la partita a prenderci a calci gratuitamente perché "siamo donne e non siamo all'altezza di giocare a calcio".
Stanca di sentirmi dire che devo andare a fare danza o peggio ancora, che la domenica la devo passare a casa a fare le faccende domestiche.
Sono ormai 12 anni che gioco a calcio e sin da piccola ho riscontrato moltissimi problemi in quanto fossi l'unica femmina in una squadra maschile.
Stufa di essere derisa sui social da parte di uomini radicati ed ignoranti.
Stanca di tutti questi maschilisti che passano il loro tempo ad evidenziare la differenza fisica tra una donna ed un uomo, nell' ambito calcistico, sostenendo così che le donne non sono fatte per giocare a calcio.
Non esiste.
Sembra di essere tornati nel medioevo o forse, per quanto riguarda la discriminazioni di genere, nulla è cambiato da quei tempi?
Diamoci una sveglia Italiani, perché sono queste le persone che non rendono possibile lo sviluppo e la crescita del calcio femminile.
Vorrei semplicemente alzarmi tutte le mattine fiera di essere donna e calciatrice.
Svegliarmi la domenica mattina presto, preparare il mio borsone con l'ansia che mi logora dentro, il cuore a mille fino al fischio d'inizio.
Perché se la vita di un calciatore non è facile, quella di una calciatrice ancor meno.
#esistoancheio"
Mi rivolgo a questo ragazzo per farlo riflettere e dare un senso alla sua esistenza cercando di acquisire il rispetto verso le ragazze e rispettare le passioni che ognuna di loro è felice di praticare.
Le ragazze si amano e si rispettano, non si deridono.
Noemi Papagna & Walter Pettinati