Il motivo che mi ha stimolato a scrivere queste riflessioni è stata la vicenda, passata inosservata, sull’inizio partita della Nazionale giocata a Palermo contro la Svizzera. Un avvenimento poco rispettoso verso il calcio femminile che all’inverso non si sarebbe mai potuto verificare.
- Il fatto
Si gioca, in diretta RAI2, la gara valida per la qualificazione al Campionato del Mondo Italia – Svizzera. Big match del girone. La vittoria vale la provvisoria leadership. La partita ha inizio e lo studio di RAI 2 manda in simultanea (due riquadri su schermo) la partita delle azzurre e l’intervista a Roberto Mancini, chiamato a commentare il sorteggio della sua Nazionale.
Atteggiamento che ha infastidito gli appassionati del calcio femminile, collegati per vedere le loro beniamine impegnate in un incontro fondamentale per il loro futuro. Questa mossa, decisa dai conduttori di RAI2, l’ho vissuta come una mancanza di rispetto verso le protagoniste in campo e verso i loro sostenitori. Un po’ come quando una persona esprime il suo pensiero e un estraneo si intromette e lo sovrasta parlando dei suoi interessi. Ovviamente, da questo caso va escluso ogni addebito allo stimato CT Roberto Mancini.
Va anche detto che solo alcuni anni fa, RAI2 era un miraggio mentre adesso la Nazionale ha il suo spazio. E se lo è ripagato coinvolgendo grandi numeri di ascolti. Quindi, non ci possiamo certo lamentare dei risultati che riguardano la visibilità della Nazionale femminile anche se in questo caso la decisione di RAI2 la trovo inopportuna. Trovo fuori luogo commentare i sorteggi della Nazionale maschile durante una competizione importante della Nazionale di calcio femminile.
La domanda polemica che mi pongo è la seguente: potrebbe mai accadere l’inverso? Milena Bertolini che viene intervistata durante un match importante per la qualificazione al Mondiale della Nazionale di Mancini per commentare il sorteggio del femminile?!
Questo ci fa capire, secondo il mio modesto parere, quanto ci sia ancora da lavorare per entrare in un’ottica di rispetto ed eguaglianza di genere.
Di fatto la gara femminile è stata mandata in onda sin dalle prime battute ma per i primi 15’ circa senza commento.
Visibilità del campionato di serie A
Ogni fine settimana, mi collego a TIM Vision per gustarmi le partite del campionato di serie A. La frammentazione del programma della gare mi permette di vedere più partite. Altro fatto, che fino a qualche anno fa era pura utopia.
Ma è tutto oro quel che luccica?
Intanto, è bene evidenziare che le gare su TIM Vision sono visibili solo su abbonamento, a meno che non si disponga di un contratto internet con TIM. E’ però possibile sfruttare la gara in bianco trasmessa da LA7, ma è una sola partita.
Successivamente tutti possono vedere gli highlights, ma le gare integrali on demand non sono più fruibili nemmeno su TIM Vision.
Le partite allo Stadio
Chi ha la fortuna di risiedere nelle vicinanze dei vari stadi dove si disputano le sei gare di campionato, può godersi lo spettacolo direttamente dalla tribuna, senza pagare un biglietto. Bisogna però registrarsi online. Anche questo obbligo riduce la possibilità di accogliere spettatori sugli spalti.
Gli inviati stampa devono chiedere l’accredito, devono essere giornalisti iscritti all’Ordine anche come praticanti. L’accredito deve essere richiesto dalla testata giornalistica. Uguale a meno informazione.
Attento alle sorti del calcio femminile, che seguo dal 1985, ho pertanto notato:
> la poca presenza di pubblico in tribuna, anche in gare di cartello;
> aspiranti addetti stampa penalizzati a partecipare alle conferenze stampa e al post partita;
> pubblico demotivato a guardare le gare in TV;
> diminuzione delle informazioni sul web;
> mancanza di informazioni sui Quotidiani Nazionali;
> mancanza di format di settore nelle trasmissioni sportive in TV nazionali.
Sembra che la presidenza della Divisione Calcio femminile FIGC sia scesa a forti compromessi per partecipare alla visibilità ottenuta dalla Nazionale su RAI2 offrendo in cambio i rientri economici per gli abbonamenti a TIM Vision. Come detto prima, la Nazionale si sta ripagando la concessione di andare su RAI2 con risultati ottenuti coni grandi ascolti. Questa strategia però va a discapito della diffusione del brand calcio femminile di serie A.
Una progettualità che al momento sembra non portare frutti al movimento. Anzi, lo sta penalizzando. E nonostante i grandi ritorni di audience della Nazionale di calcio femminile, qualora non si riconfermassero i numeri di ascolti al prossimo Europeo e la qualificazione al Mondiale, il calcio femminile rischierebbe, sempre a mio modesto parere, di ridimensionarsi per la seconda volta nella sua storia.
Se prendiamo in esame il famoso piano quinquennale di sviluppo del calcio femminile Inglese, raggiunto in 3 anni, ci accorgiamo che siamo distanti anni luce, a livello promozionale. Anche l'UEFA ha dato vita ad un loro piano di sviluppo di del calcio femminile in Europa.
In Inghilterra, non solo sono stati costruiti centri di avviamento al calcio femminile e le società sono state supportate economicamente, ma c’è una massiccia campagna promozionale e di visibilità su tutto il territorio e anche nelle grandi città. A Londra, i grandi schermi presentano le calciatrici della nazionale e mostrano le loro gesta.
Anche in questo caso la domanda polemica nasce spontanea: perché in Italia si nasconde il calcio femminile di serie A ?
Concludo con un pensiero positivo: grazie all’obbligo imposto dall’ex presidente Tavecchio, il calcio femminile è approdato nei grandi Club di calcio professionistici e i miglioramenti agonistici sono visibili a tutti anche qui a discapito del rapporto umano tra calciatrici e media.
Walter Pettinati
Foto di repertorio ph Pettinati Communication