Ha preso in mano una nazionale senza identità, senza autostima. Tante brave ragazze-calciatrici ricche di sogni, tecnica e cuore. Piegate anche dai risultati conseguiti in Champions. L’ha presa nel momento migliore del calcio femminile al termine di quell’era Cabrini, da dimenticare. L'ha presa con il breve, quanto ottimo, lavoro fatto dai club professionistici, bravi a continuare l’impresa delle società dilettantistiche (non dimentichiamole).
L’ha portata ai Mondiali, per tanti punto di arrivo di un traguardo insperato, ottenuto dopo 20 anni.
In una mia recente radiointervista, dichiarai che non c’era da aspettarsi troppo da questo Mondiale, che il lavoro della CT Milena Bertolini si sarebbe visto sicuramente con l’Europeo. Troppo poco tempo a disposizione le era concesso per recuperare il gap atletico con le altre nazionali.
Milena Bertolini non è un caso.
Si è costruita nel tempo: dopo aver conseguito una buona esperienza con il gruppo Morace da calciatrice, si è qualificata come preparatrice atletica e allenatrice professionista con un bagaglio tecnico di tutto rispetto, maturato con squadre del calibro di Foroni Verona, Reggiana e Brescia.
Nonostante queste caratteristiche fondamentali, la Bertolini ha il merito di aver anticipato i tempi. Insieme e tutte le calciatrici, i tecnici della Nazionale, la FIGC e i Club ha fatto un lavoro eccellente, che ha portato la nostra Nazionale a esordire al Mondiale lottando alla pari con un’Australia, sesta nel ranking mondiale, che sulla carta era favorita. Abbiamo vinto, davanti a milioni di spettatori, davanti a tutto in movimento che sperava in quel secondo gol di Santa Barbara Bonansea arrivato al 95'.
Al di là del risultato e della bella vittoria conquistata con merito, le azzurre hanno divertito e coinvolto appassionatamente quel pubblico, fatto di veri sportivi, che il calcio femminile non lo aveva mai potuto vedere.
Adesso possiamo dire che al Mondiale ci siamo da protagoniste.
Possiamo dire che le donne Italiane del calcio discriminate e ignorate, nelle quali abbiamo sempre creduto, possono giocarsi una storica qualificazione e guardare al futuro e soprattutto al presente Mondiale con grande ottimismo.
Possono andare avanti con dignità e determinazione. Con quel rispetto infranto che ormai sembra appartenere al passato, grazie a questo gruppo di ragazze e della loro allenatrice che hanno saputo portare giustizia a tutto un movimento e dare alla nostra Nazione e Nazionale quella imparzialità che ancora latita con quell’aberrante e discriminante legge di Stato 91 del 23 marzo 1981.
Buon campionato del Mondo azzurre d’Italia, noi tutti saremo li, a correre, con tutte voi, per tutte voi!
Walter Pettinati