Martedì, 23 Aprile 2024
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brescia-sabatino-lione14di Beatrice Rossi - E’ tutto femminile il coraggio ed insieme la schiettezza con cui le ragazze del Brescia sfilano davanti ai microfoni dei cronisti dopo una debacle così sonora. Il Lione è fortissimo, come direbbe Linari sono «imprendibili» ma questo si sapeva dall’inizio «abbiamo cercato di giocarcela comunque – confessa Girelli - loro sono forti da tutti i punti di vista, però quello che era importante oggi era uscire a testa alta date tutte le persone che sono venute a vederci e penso che ce l’abbiamo fatta» ma non ci si può tirare indietro e non si vuole nemmeno, queste sono le notti che aspettano le ragazzine che si allenano e che ingrossano le fila di un movimento sempre in crescita almeno dal basso. Queste sono «le partite che ognuno vorrebbe giocare» ammette Marchitelli, il portiere, migliore in campo del Brescia (insieme a Girelli): «dopo sei mesi che non giocavo avevo voglia di giocare questa partita».

La peculiarità del calcio femminile è anche quella di saper guardare oltre le piccole cose (ad un arbitraggio un po’ «influenzato» secondo Girelli dal blasone dell’OL), oltre il risultato di una partita forse segnata ma non per questo meno affascinante perché come sottolineano Sabatino e Linari: «questa è la squadra più forte del mondo e può benissimo vincere la Champions». Andare oltre significa saper compiere quella riflessione che conduce ad un giudizio più autentico ed ampio senza sostare dinnanzi agli aspetti apparenti che spesso offuscano i problemi reali. Rosucci ritiene che «il risultato rispecchi la condizione di dilettanti del Brescia» e il fatto che «le giocatrici francesi si allenino da professioniste, con una squadra maschile alle spalle e che il gap visto stasera sia evidente e giusto». Nulla da recriminare insomma. Più amareggiata è Marchitelli: «purtroppo alle spalle non abbiamo un movimento che ci supporta perciò diventa difficile scontrarsi con realtà che vivono il calcio in tutt’altra maniera: devo dire che sia a livello di club che a livello di nazionale per quello che facciamo, visti i mezzi che abbiamo, comunque raggiungiamo grandissimi risultati»
Se si è capaci di questo giudizio si può allora trattenere il valore di un’esperienza come quella di stasera. E’ Rosucci a evidenziare gli aspetti positivi e guardare al match di ritorno: «penso che da queste partite dobbiamo soltanto imparare, imparare da una squadra che gioca così e provare a imitarle ma non deve essere snaturata la nostra squadra, noi siamo il Brescia e stiamo lavorando da tre anni su determinate cose e continueremo a farlo soprattutto davanti a squadre di questo calibro».
Cinquemilacinquecento persone allo stadio dicono che il movimento del calcio femminile (questa volta ai piani alti) dovrebbe lasciarsi interrogare anche dal punto di vista degli investimenti. Se i prezzi popolari hanno favorito la partecipazione è pur vero che essa non è una conseguenza necessaria. Brescia è stata una perla, un esempio di quanto nonostante le poche risorse si sia potuto attirare un grande pubblico, forse anche più grande di certe partite di serie B maschile. Tutte le ragazze convengono su questo punto e colgono l’occasione per ringraziare i tifosi dalla viva voce del loro numero uno Chiara Marchitelli: «L’avevo visto a maggio (il giorno dello scudetto N.d.R.) l’ho visto oggi, Brescia segue anche noi, per fortuna!»

 

Beatrice Rossi 

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
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