PERCHE' LA DCF SUBISCE IL DOPPIO RICATTO DEL DOTT. TAVECCHIO???

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Questo è ciò che non capisco! Le società hanno il diritto di controbattere alle proposte scandalose del presidente della LND e ottenere un confronto democratico. Il Dott. Tavecchio ha proposto dinanzi alla presidenza della DCF, alle società della CONSULTA e alla presidente della Lazio, Elisabetta Cortani, che la LND farà fronte, come ha sempre fatto in passato, di pagare gli stipendi ai suoi impiegati solo se le società daranno vita al Dipartimento (1° ricatto) oppure, e qui arriva la "chic" del presidente Tavecchio, se le società confermeranno la fiducia alla DIVISIONE, dovranno sostenere il passivo e sottostare agli obblighi della LND compreso il pagamento degli stipendi dei dipendenti, imposti dalle LND (2° ricatto), ritenuti, dalle società, un esubero per la gestione della DCF. 

Invece di accettare l'assemblea straordinaria del 12 Giugno, a mio avviso, bisognerebbe combattere questo eccessivo dispotismo anche usando l'arma legale dello sciopero. Lo scopo è di ottenere un tavolo di confronto democratico dove le società potranno, analizzare i progetti della DCF e del DIPARTIMENTO della LND, e scegliere il loro futuro senza ricatti e obblighi in conformità dei programmi presentati in precedenza alle votazioni.

Padovan conferma che le società non dovranno farsi carico di nessun aggravio per coprire il passivo. La DCF sta ottimizzando un progetto da sottoporre alle stesse società che incontrerà prima della votazione.
I "Dipartimentisti" invece sono consapevoli di votare una scelta al buio, orfana di un programma e basato solo sulla fiducia delle parole del presidente Tavecchio. Nel prossimo articolo approfondiremo anche il curriculum del presidente Tavecchio.
Il prossimo passo da affrontare è quello di conquistarsi la libertà della gestione prima del 12 Giugno. In caso contrario le società e la DCF accetterebbero le condizioni della LND.

Poichè la presidenza federale non ha nessuna intenzione di concedere le richieste avanzate dalla DCF, si prospetta l'obbligo di passare ai fatti organizzando una protesta senza precedenti con lo scopo di ottenere la libertà di gestione della DCF.
Le domande che mi pongo solo le seguenti:

- Perchè la DCF non pensa a quest'opportunità?
- Perchè non combatte per ottenere un futuro migliore delle società e del calcio femminile e invece si sottopone ai voleri del presidente Tavecchio?

Per questo ho interpellato l'AIC e chiesto di prendersi a cuore della questione che riguarda anche le calciatrici. Andare al Dipartimento vuol dire rinunciare all'evoluzione di questo sport e cancellare tutti gli sforzi fatti finora, accettare una DCF incatenata non da possibilità di miglioramento alle società e quindi alle calciatrici.
Spero che l'AIC esca quanto prima con una sua posizione forte e determinata.

Io posso solo esprimere le mie opinioni e indire lo sciopero del sito, oscurando di bianco www.calciodonne.it per il tutto il 12 giugno 2011 se le posizioni non subiranno il cambiamento dovuto.
Non mi fermerò di fronte a questi abusi e sprechi che si continuano a registrare nel calcio femminile.

Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno li a guardare. - Albert Einstein - 

Walter Pettinati