Mercoledì, 24 Aprile 2024
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PROGETTO DCF POVERO DI IDEE E CONTENUTO!

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deserto-degli-affariIeri ho ricevuto, da alcune società, la "PROPOSTA DI RIORDINO DELLA DIVISIONE CALCIO FEMMINILE" che la DCF ha inviato a tutte le società in prossimità dell'assemblea straordinaria del 12 Giugno. Mi sono messo a leggere con attenzione e più scendevo nella lettura del testo e più saliva la mia delusione. La mia conlusione? è una proposta povera di idee e di contenuto.
Non si può presentare un PIANO INDUSTRIALE senza CONTENUTI chiari e obiettivi da percorrere con la nomina dei responsabili, l'assegnazione di budget e precise date di scadenza. Il piano deve essere credibile e trasparente e non si può basare su contenuti che sappiamo in partenza che non sono realizzabili (vedi la diminuzione dei dipendenti imposta nell'ultima riunione informale). Manca la completezza e una descrizione dettagliata, allegata, dei precedenti conti economici e patrimoniali per avere credibilità e fiducia. Mancano le proposte presentate ai potenziali sponsor (di cui si parla nel progetto) che dovrebbero rimborsare un'eventuale anticipo delle società e rientrare del passivo. 
Se il Piano di rientro/progetto che la DCF ha presentato alla FIGC-LND per l'approvazione è quello che ho ricevuto ieri - presumo che l'odierno sia stato ritoccato - era scontato che i vertici federali l'avrebbero bocciato. 

Non me ne voglia il mio amico Giancarlo Padovan con il quale intrattengo rapporti di amicizia ma anche professionali considerato che scrivo ogni settimana sul giornale da lui diretto CALCIOGP e collaboro con 7GOLD di cui Padovan ha la direzione della rubrica sportiva. Credo che la sua fiducia in me sia per questo indiscutibile e la mia verso il professionista che conoscevo. La mia personale opinione e analisi è la seguente:

 

Intervento A: Riduzione delle spese del personale - non è ammissibile perchè sappiamo che Tavecchio e Abete non permetteranno la diminuzione dei dipendenti che sarà totalmente a carico della DCF;

Intervento B: Riduzione delle spese istituzionali per la gestione e contenimento delle spese per l'attività - L'unico intervento che potrebbe fare la DCF è rinunciare totalmente ad ogni tipo di rimborso almeno fino a quando il passivo non è pareggiato;

Intervento C: Definizione di un numero minimo delle società in organico - si vuol aumentare il numero di società solo per coprire i costi a discapito della qualità del calcio ( l'intenzione era di diminuire le squadre nazionali per aumentare la qualità). Aumentiamo le società per aumentare le entrate ma non per mantenere i soliti costi;

Intervento D: Riallineamento delle tasse di iscrizione ai campionati (primavera) - non merita neanche l'analisi;

Intervento 3: PROGETTO DI SVILUPPO DEL CALCIO FEMMINILE - non ho letto progetti sostanziali sorretti da un piano marketing, proponibili e vendibili a sponsor ma solo le solite promesse come:  Accordi con le scuole del territorio. Perchè fino ad oggi queste iniziative non sono stato realizzate?

4) ATTIVITA' COMMERCIALE:  Raggiunto l'equilibrio tra ricavi e costi istituzionali, tutte le risorse derivanti dall'attività commercialesaranno destinate allo sviluppo del movimento calcistico femminile nazionale.Sarà necessario stabilire la specificità del calcio femminile in modo che sponsorizzazioni, merchandising,interventi pubblicitari ed altri contributi economici possano essere esclusivamente destinati al movimento.

5) FINANZIAMENTO DEL PROGETTO DI SVILUPPO:  Tutti i costi del progetto, sia per l'istituzione delle scuole calcio, che per la formazione e l'istruzione delle atlete e dei tecnici, sia per l'organizzazione dei tornei studenteschi, che per eventuali contributi alle società virtuose o a iniziative di particolare rilievo, sono a carico della DCF che potrà godere di un contributo siadalla FIGC che dalla LND.

Il punto 4 - 5 li ho trascritti interamente per farveli leggere. Si commentano da soli.

Non si doveva arrivare a pochi giorni dall'assemblea STRAORDINARIA imposta dai vertici federali e in cui le società sono chiamate a decidere la loro sorte che, purtroppo, è già segnata. E' la DCF che con questa proposta ci manda verso il Dipartimento. Perchè non ha fatto niente per controbattere le imposizioni di Tavecchio ne ci da il tempo per organizzarsi diversamente? Adesso è troppo facile uscirne cosi, troppo facile scaricare la responsabilità sulle società o gravarle di costi, chiamati anticipi. Quando si anticipa ci deve essere la certezza di un piano di rientro con date prestabilite. Non bisogna aver studiato alla Bocconi per sapere queste basi di tecnica bancaria. Dove sono i progetti che una "Banca" (vedi Società, FIGC-LND) dovrebbe sponsorizzare? le scuole? il progetto Uefa? è tutto qui?

« [...] Padovan, non ti crucciare: Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare »

Walter Pettinati

 

ECCO IL PROGETTO

 

PROPOSTA DI RIORDINO DELLA DIVISIONE CALCIO FEMMINILE

con particolare riferimento

- ALLA STRUTTURA

- ALLE COMPETENZE

- ALLA GESTIONE ECONOMICO-FINANZIARIA

- ALLO SVILUPPO DEL CALCIO FEMMINILE

****

1) PREMESSA

La proposta di riordino comporta un assorbimento totale, a carico della DCF, del disavanzo evidenziato sul bilancio della stagione sportiva 2009/2010 e del presumibile disavanzo che scaturirà sul bilancio della

stagione sportiva 2010/2011.

L'assorbimento di un presumibile valore di circa 370.000 euro, avverrà con i bilanci della stagione sportiva 2011/2012 e di quelle a seguire. L'operazione sarà possibile grazie alla conclusione - in fase di attuazione –di accordi con enti pubblici territoriali che permetteranno lo svolgersi delle attività istituzionali quasi a costo zero per la Divisione Calcio Femminile.

Oltre a ciò, si rende necessaria l'attuazione di tutte le misure di seguito formulate.

Gli organi direttivi della DCF si impegnano a fare rispettare l'attuazione del programma, monitorando l'evolversi passo dopo passo.

In questo modo non vi è necessità di interventi esterni (da parte della LND e/o della FIGC) per sanare il pregresso in quanto sarà la stessa DCF a provvedervi.

Si chiede solo una anticipazione di cassa - che poi sarà rimborsata - al fine di poter avere una liquidità immediata.

2) ASSESTAMENTO E RIORDINO GESTIONE ECONOMICO-FINANZIARIA

La proposta di riordino si sviluppa attraverso cinque direttrici, difformi tra di loro negli interventi (da una parte, riduzione di costi e, dall'altra, aumento dei proventi) ma che convergono nello stesso obiettivo:

autonomia gestionale.

Gli interventi possono essere così riassunti.

a) Riduzione delle spese del personale

Attualmente la DCF ha in organico 6 dipendenti LND e due dipendenti CONI (il cui costo non è a carico della DCF), dei quali uno svolge le funzioni di segretario e l'altro, per motivi di natura personale, non è

operativo da diversi anni. 

In pratica, ogni 10 società in organico (in tutto sono 71) vi è 1 dipendente. Vi è un chiaro esubero di personale, per cui è necessario procedere alla riduzione, come da accordi (AVETE GLI ACCORDI???) con il Presidente della F.I.G.C. Giancarlo Abete e con il Presidente della L.N.D. Carlo Tavecchio, da due a tre unità lavorative. (NON è UN ERRORE SOSTANZIALE RIDURRE IL PERSONALE DA DUE A TRE?) SPIEGATECI COME SIETE CAPACI DI FARLO!

b) Riduzione delle spese istituzionali per la gestione e contenimento delle spese per l'attività Si chiede la riduzione dei componenti del Consiglio Direttivo, passando dai 10 attuali (9 più il presidente) a 6 (5 più il presidente); l'impegno immediato è comunque quello di diminuire il numero delle riunioni del Consiglio Direttivo, nel rispetto, in ogni caso, di quanto previsto dal regolamento LND (almeno 6 all'anno).

Inoltre, per ridurre ulteriormente le spese per le riunioni del C.D., si potrebbe dare attuazione a quanto Previsto dall'art. 7, comma 4 delle NOIF (funzionamento degli organi collegiali), laddove si prevede la possibilità di svolgere le riunioni in tele/video conferenza, il cui costo non comporterebbe una spesa eccessiva.

c) Definizione di un numero minimo delle società in organico

L'organico della DCF non è definito e può subire consistenti variazioni da un anno all'altro, e questo perché l'eventuale ripescaggio di società non avente titolo è soggetto al nulla osta del presidente del Comitato regionale competente. Nel corso degli anni passati il numero delle società in organico è fluttuato da 106 alle attuali 71. Ciò determina che la predisposizione del P.E.P.O. (al mese di maggio) per la stagione successiva, il più delle volte, nella situazione particolare della DCF, è soggetta a previsione di proventi che divergono poi dal reale incasso, mentre le previsioni delle spese sono certe.

Tale anomalia può essere superata solo se viene stabilito un numero minimo di squadre in organico e che la LND garantisca il completamento dell'organico.

Un numero minimo di squadre in grado di garantire l'autonomia gestionale potrebbe essere pari a 86, di cui 14 partecipanti al campionato di serie A, 36 partecipanti al campionato di serie A/2 e le restanti 36 partecipanti al campionato di serie B. Per la stagione 2011/2012 le società in organico sono già previste nel numero di 86.

d) Riallineamento delle tasse di iscrizione ai campionati

Le tasse di iscrizione, calcolate su un numero definito di squadre, devono essere compatibili con gli obiettivi prefissati nel P.E.P.O. dal Consiglio Direttivo, e con gli obiettivi contenuti nel presente progetto. In tale ottica, le tasse di iscrizione faranno registrare un aumento adeguato, come da prospetto.

e) Campionato Primavera

L'introduzione del Campionato Juniores Regionale ha comportato per la DCF un "danno" di circa € 25.000 dovuto a mancati proventi per circa € 8.000 e rimborsi ai Comitati regionali per circa € 17.000.

Senza contare lo svolgimento anomalo del Campionato che, nella prima fase, viene organizzato dai comitati regionali e dalla DCF.

D'altro canto, il Campionato Primavera annovera, per l'attuale stagione agonistica, 80 squadre, di cui 55 appartenenti a società in carico alla DCF e 25 appartenenti a società dei Comitati Regionali. Di queste 25

squadre , 4 sono della Lombardia, 3 del Veneto, 1 del Trentino, 3 della Liguria, 3 dell'Emilia Romagna, 1 della Sicilia, 2 della Calabria, 6 della Toscana, 2 delle Marche 

Considerato il numero delle squadre partecipanti, è indispensabile ritornare al campionato unico "Primavera" organizzato dalla DCF, sia per la regolarità dello stesso sia per evitare un esborso dalla DCF ai CR.

3) PROGETTO DI SVILUPPO DEL CALCIO FEMMINILE

Il settore femminile deve essere visto come una risorsa fondamentale per tutto il movimento calcistico. Dal momento in cui si è esaurita la spinta del settore maschile e sempre meno bambini si avvicinano al calcio, attratti da altre discipline sportive o da altri interessi, solo lo sviluppo del settore femminile potrà portare nuova linfa, nuovi interessi e nuovo entusiasmo a tutto il movimento nazionale. Si pensi ai vantaggi di natura economica, sociale e sportiva qualora il numero delle praticanti raggiungesse anche in Italia il livello presente nei principali paesi europei.

Già da un po' di tempo, peraltro, di fronte al numero decrescente dei bambini si registra un aumento delle bambine che giocano a calcio.

Secondo un'indagine condotta dalla UEFA, alla data del 31.12.2007, in Italia quasi 300.000 donne si avvicinano al gioco del calcio in tutte le sue forme e sotto qualsiasi ente (federazione, enti di promozione sportiva, scuole, università, etc.). Di questo numero solo il 5% circa è intercettato dalla FIGC. Un ruolo primario è svolto dagli enti di promozione sportiva che vantano un numero di praticanti ben superiore al nostro, specialmente nei settori giovanili. La ragione di tale anomalia dipende, soprattutto, dalla regolamentazione adottata dagli enti di promozione sportiva, la quale meglio si addice alla specificità del movimento calcistico femminile.

Uno degli aspetti maggiormente negativi, attualmente, è dato dal fatto che moltissime bambine che iniziano a giocare nei pulcini e negli esordienti - e sono tantissime - a 13/14 anni cessano l'attività perché non trovano squadre o società per giocare. In questa fase un ruolo primario lo deve ricoprire la LND, deputata allo sviluppo dell'attività a livello regionale, sia per l'organizzazione del campionato di serie C e D, sia per il settore giovanile e scolastico.

Alcune linee guida di questo progetto sono state pensate proprio per indirizzare, prima di tutto, verso la Federazione quelle ragazze che già giocano a calcio nell'ambito dell'attività organizzata dagli enti di Promozione sportiva. In tal modo si avrebbero risultati immediati.

a) Modifica delle fasce di età nei campionati giovanili

Le tre categorie dei campionati giovanili maschili (esordienti, giovanissimi ed allievi) raggruppano due fasce d'età per categoria. Tali fasce pongono evidenti problemi nell'allestimento delle squadre in quanto il numero delle ragazze che giocano è nettamente inferiore a quello dei maschi.

La soluzione potrebbe essere quella di ridurre a due le categorie con tre fasce d'età per categoria e la possibilità di utilizzare la fascia intermedia sia in una categoria che nell'altra.

Formare squadre diventerebbe più semplice e si darebbe la possibilità di giocare a molte ragazze che altrimenti non giocano perché non trovano una squadra.

b) Istituzione di scuole calcio federali nelle delegazioni provinciali

Sull'esempio delle NAGC di antica memoria si dovrebbe istituire presso ogni delegazione provinciale una scuola calcio federale specifica per il calcio femminile, in accordo con la direzione didattica competente. Ad occuparsi di questa scuola calcio potrebbero essere i tecnici della delegazione che già sono inseriti negli organici per le rappresentative provinciali giovanissimi ed allievi. Le bambine, dopo aver frequentato per un anno la scuola calcio, potrebbero poi indirizzarsi verso una società, anche maschile, come specificato nel paragrafo successivo.

c) Campionati a 7, 8 o a 9 per esordienti e giovanissime o a 11, ma con una fascia d'età diversa da quella dei maschi

Sempre nell'ottica di semplificare la formazione di squadre al fine di dare a più ragazze l'opportunità di continuare a giocare a calcio si ritiene che sia necessaria l'introduzione di campionati, esclusivamente femminili, a 7, 8 o a 9 giocatrici, naturalmente di settore giovanile. Tale formula è stata adottata qualche anno fa dalla Spagna ed ha dato ottimi risultati, tanto che la stessa Spagna nel 2010 ha vinto il titolo europeo Under 17 e si è qualificata per i mondiali di categoria. Anche altre nazioni, come la Svizzera, la Francia e l'Austria hanno introdotto campionati giovanili femminili con numero limitato di giocatrici.

Qualora invece la società volesse o potesse costituire una squadra a 11, la stessa potrebbe disputare i campionati femminili, ove previsti, ed i campionati maschili dove non esistono campionati femminili. In questa ultima ipotesi, però, la squadra femminile parteciperebbe al campionato maschile inferiore (giovanissime femminile con esordienti maschile).

d) Incentivi alle società maschili per squadre femminili

Un aumento significativo del numero delle praticanti passa inevitabilmente dall'aumento del numero delle squadre e di conseguenza dall'aumento del numero delle società. E' facilmente intuibile che la costituzione di una nuova società non è semplice ed il più delle volte non denuncia garanzia di continuità. Più semplice invece è appoggiarsi ad una società maschile, che già dispone di una struttura societaria, della conoscenza dei regolamenti, delle strutture sportive e di tutto quel bagaglio che garantisce continuità.

Ecco quindi la necessità di concordare con la LND una serie di incentivi per le società maschili affinché siano sensibilizzate alla formazione di una squadra di calcio femminile.

e) Istruzione e formazione tecnica

La crescita del movimento calcistico femminile non può prescindere dall'istruzione e dalla formazione tecnica sia delle atlete che degli allenatori impegnati nel settore femminile. Le scuole calcio federali, indicate al paragrafo b), vanno ad incidere sull'avviamento al calcio delle bambine che si avvicinano a questo sport.

L'operazione darà certamente i suoi frutti fra qualche anno, quando queste bambine diventeranno giocatrici.

Nell'immediato, però, anche per mettere le nostre atlete nelle migliori condizioni per partecipare alle competizioni internazionali e per far crescere il livello tecnico di tutto il movimento, si rende necessario predisporre un'azione di formazione tecnica direttamente presso le società. Questo potrebbe essere svolto attraverso un coordinamento dei metodi di allenamento. Tutto ciò indipendentemente dall'esito del progetto pilota "Educare e Allenare: un goal al femminile", predisposto dalla DCF, in collaborazione con la FIGC, e presentato alla UEFA per poter usufruire del finanziamento previsto.

A tal proposito va in ogni caso ricordato che sono stati avviati specifici corsi per il calcio femminile (UEFA C), la cui frequenza sarebbe opportuna, per non dire indispensabile, da parte dei tecnici impegnati nel settore giovanile scolastico.

f) Accordi con le scuole del territorio

L'organizzazione di tornei studenteschi ha sempre suscitato interesse da parte delle ragazze. Nelle regioni dove, su iniziative personali, si è messo in atto questo sistema, si è avuto un positivo riscontro di partecipazione. Purtroppo si tratta di interventi sporadici. Inoltre, in tanti casi non si è potuto dare seguito per mancanza poi di società che si sono prese in carico le squadre. Ecco perché diventa importante quanto indicato alla lettera d).

Pertanto si ritiene necessario predisporre, in accordo con il SGS, un piano di intervento su tutto il territorio nazionale, coordinato dal predetto settore attraverso i loro referenti dell'attività di base nelle elegazioni provinciali e con l'ausilio dei responsabili regionali del calcio femminile. 
Questo intervento, collegato al coinvolgimento delle società maschili, permetterebbe di incrementare in poco tempo il numero delle praticanti.

4) ATTIVITA' COMMERCIALE

Raggiunto l'equilibrio tra ricavi e costi istituzionali, tutte le risorse derivanti dall'attività commerciale saranno destinate allo sviluppo del movimento calcistico femminile nazionale.

Sarà necessario stabilire la specificità del calcio femminile in modo che sponsorizzazioni, merchandising, interventi pubblicitari ed altri contributi economici possano essere esclusivamente destinati al movimento.

5) FINANZIAMENTO DEL PROGETTO DI SVILUPPO

Tutti i costi del progetto, sia per l'istituzione delle scuole calcio, che per la formazione e l'istruzione delle atlete e dei tecnici, sia per l'organizzazione dei tornei studenteschi, che per eventuali contributi alle società virtuose o a iniziative di particolare rilievo, sono a carico della DCF che potrà godere di un contributo sia dalla FIGC che dalla LND.

IPOTESI DI RICAVI/COSTI riferita a 86 Società in organico

Tasse di Iscrizione ai Campionati

14 x € 8.000 = 112.000 serie A

36 x € 6.500 = 234.000 serie A/236 x € 4.000 = 144.000 serie B

70 x € 1.200 = 84.000 primavera

_____________

totale = 574.000

-25% LND = 143.500

____________

netto = 430.500

____________

Totale Ricavi € 430.500

Stipendi € 170.000 ( 4 dipendenti x € 40.000)

Oneri Istituzionali € 60.000

Attività Istituzionale € 50.000

Altri costi € 60.000

Ammortamenti € 2.500

____________

totale costi 342.500

AVANZO di gestione € 88.000

Non sono conteggiate risorse da sanzioni

Inoltre non sono stati conteggiati i ricavi derivanti da eventuali sponsor o contributi da Enti

pubblici a sostegno dell'attività o contributi istituzionali usualmente erogati alla Divisione

dalla Lega Nazionale Dilettanti.

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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