Giovedì, 28 Marzo 2024
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Non capisco la differenza di genere in genere...

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mallardi lucia genere
Non capisco la differenza di genere in genere, non capisco come si possa fare distinzione tra diritto di praticare una qualsiasi attività, in base al sesso di una persona.
Prendiamo come esempio il diritto di praticare uno sport a livello professionistico. Tutti siamo in grado di praticare qualunque attività se lo vogliamo.
Se prendiamo ad esempio delle ragazzine di 6 anni e le formiamo per creare una squadra di calcio allenandole e seguendole creando un progetto, sicuramente saranno in grado di giocare a calcio proprio come i compagni maschi.
In USA il calcio è visto come uno sport per donne e per bambini/e, ma questo non preclude il fatto che anche gli uomini possano giocare a questo sport e diventare professionisti.
Per i bambini e le bambine è completamente normale praticare questo sport insieme. E perché mai non dovrebbe esserlo?!

Uno sport così popolare come il calcio, è normale che vogliano praticarlo in molti ed anche l’Italia dovrebbe adeguarsi in tal senso, visto che la cultura calcistica è espressamente fede religiosa.

Tutt’ora in Italia si sente parlare, da parte di alcuni, del fatto che il calcio non sia uno sport per donne. Ancora oggi molte bambine non si avvicinano a questo sport perché discriminate dai compagni maschi o perché le famiglie le impediscono di praticare questo “sport troppo da uomini!”.

Ma allora, come è possibile che in altri Paesi del mondo, dove si è dato vita a progetti ben precisi per far sì che questo sport crescesse, ragazze allenate fin dall'età infantile siano poi diventate atlete professioniste e sembra proprio che queste DONNE CALCIATRICI siano in grado di giocare a calcio a livelli professionistici come i colleghi uomini?!?

Beh, quella che avviene in Italia riguardo il calcio femminile, sembrerebbe proprio una discriminazione di genere! In tutti i Paesi del nord Europa il calcio femminile è molto più sviluppato ed ha continui margini di crescita rispetto ai Paesi del sud Europa ed in particolare all'Italia. Sarà perché sono Paesi più femministi in cui la parità di genere è molto di più sentita?! Sarà perché non subiscono l’influenza di una cultura maschilista che in Italia purtroppo rilega il calcio femminile ad una posizione marginale a livello nazionale ed internazionale?! Prendiamo ad esempio la Germania. Paese in cui vivo e gioco a calcio.

In Germania, da 15 anni a questa parte, si è dato vita ad un progetto di calcio femminile ben preciso da parte della federazione ed i risultati si possono constatare. Due mondiali vinti, otto europei ed un’olimpiade, conquistata per la prima volta dalla squadra tedesca proprio quest'estate nella finale contro la Svezia (altro Paese in cui il calcio femminile è molto sviluppato e in cui i diritti delle donne sono un argomento molto sentito).
Insomma, da queste parti, sembrerebbe proprio che il calcio femminile cresca sempre più e che siano sempre più le ragazze che si avvicinino a questo sport.
Come avviene per le categorie professionistiche maschili, La Deutsche Fußball Verband (federazione di calcio tedesca) elargisce ogni anno una somma di denaro alle squadre di Bundesliga e 2 Bundesliga femminili, in base alle esigenze ed alle prospettive delle stesse, per organizzare la stagione. E non parliamo di somme irrisorie!
Certo, la differenza tra calcio femminile e calcio maschile e tra Bundesliga e 2 Bundesliga a livello di investimenti, è abissale. Ovviamente, in aggiunta, le società devono avere a sostegno Sponsor che le permettano di essere competitive nei rispettivi campionati.

I contratti delle giocatrici in Bundesliga, sono professinistici o semiprofessionistici, in base agli accordi che decidono di stipulare le giocatrici in concomitanza con i club per cui giocano.
Gli stipendi sono sicuramente più bassi rispetto a quelli dei calciatori uomini, ma si continua costantemente a lavorare affinchè questo movimento cresca e diminuiscano le differenze di genere anche a livello di guadagni. Qui le donne hanno la possibilità di praticare lo sport che amano, come lavoro con tutti i diritti del caso: contributi, maternità, mallattie e ferie pagati.

Per quanto riguarda la 2 Bundesliga, invece, si è recentemente deciso che dalla stagione 2018/2019, verranno unificati i campionati nazionali nord e sud, in un unico campionato nazionale, in modo da avvicinare anche questo ad un livello professionistico stanziando più investimenti da parte della federazione.
Per il momento nella 2 Bundesliga le giocatrici hanno contratti semiprofessionistici o dilettantistici.

Le società le seguono nei loro piani di studio in modo che, finita la carriera sportiva, possano immediatamente inserirsi nel mondo del lavoro.
Inoltre, alcune vengono sostenute anche dallo Stato, che si prende carico di alcune spese, come ad esempio, l’affitto dell’abitazione, fin quando non terminano i loro studi ed iniziano la loro carriera lavorativa (come avviene in Italia per gli atleti che fanno parte delle forze dell’ordine).
In Bundesliga e 2 Bundesliga le giocatrici vengono trattate come sportive a tutti gli effetti.
Le differenze che balzano subito agli occhi, tra i campionati tedeschi e quelli italiani, sono i grandi investimenti da parte della federazione tedesca nel settore femminile, cosa che puntualmente non viene attuata e messa a disposizione (per i corrispondenti campionati di serie A e serie B) dalla federazione italiana, che invece investe ingenti somme di denaro nei campionati professionistici maschili, lasciando costantemente indietro, il settore femminile.

Il quesito che mi pongo costantemente, avendo vissuto e giocato in entrambi i Paesi, è: se anche in Italia il calcio femminile venisse più incentivato e liberato da tutti i tabù che lo circondano e le giocatrici avessero l'opportunità di praticare questo sport come lavoro come i colleghi uomini, avremmo l'opportunità di assistere, ad esempio, ad una storica semifinale mondiale Italia –
Germania come quella a cui ho avuto la fortuna di assistere nel 2006?! La mia risposta è sì!

Se dessimo vita anche noi ad un progetto calcio femminile ben organizzato, anche nel femminile riusciremmo a fare uscire fuori i nostri talenti e portarli al top del mondo con il nostro estro e la nostra passionalità, che sono proprio le prerogative italiane nel calcio e nella vita!

Siccome io sono una giocatrice, che costantemente lotta per i diritti delle donne e per il sogno di un calcio ed una società più paritari in Italia, ma anche nel resto del mondo, non smetterò mai di credere in questa battaglia. Perchè siamo anche noi italiane e veniamo anche noi da un Paese in cui la cultura e la passione calcistiche sono fortissime, quindi anche noi abbiamo il diritto di praticare questo sport dignitosamente con tutti i diritti che spettano alle sportive professioniste!
Allora forza movimento calcio femminile, che sogna un futuro migliore! Continuiamo con la nostra dedizione ed il nostro lavoro.

Nessuna conquista scaturisce da un'azione passiva, ma da una continua partecipazione attiva affinché le cose cambino.
Io ci spero e ci credo sempre, perché l'Italia è vero, è un Paese strano e pazzo! E allora perché non aspettarsi un colpo geniale e di follia proprio in questo settore come le donne italiane già in passato hanno dimostrato di essere in grado di fare?! Come un inaspettato colpo di tacco !

Dalla Germania x calciodonne.it
Lucia Mallardi.

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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