Il solito provocatore del c....alcio

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genta_4254_thumb_other150_204Molte persone dicono che il calcio femminile non avrà futuro e purtroppo devo dire che questa dichiarazione mi trova concorde, ma allo stesso tempo credo che la fine del calcio femminile o comunque la mancata affermazione di questo sport non debba essere vissuta senza combattere per invertire questa tendenza.

Le problematiche sono molte , ma i problemi normalmente se affrontati si possono risolvere e spesso con la perseveranza si ottengono risultati importanti.

Questo articolo non vuole entrare nelle motivazioni politiche che preferisco lasciare a chi competente possa affrontare il discorso, ma voglio parlare della struttura del calcio femminile che a mio parere risulta deficitaria in relazione a ciò che invece vorrebbe e dovrebbe essere.

In questi ultimi anni ci sono stati molti cambiamenti, ma la struttura di molte società è ancora legata ad un'unica figura di un presidente "tutto fare" che per alcuni anni cura la gestione con anima e cuore per poi abbandonare stremato il proprio compito portandosi spesso dietro l'intera organizzazione.

Per questo motivo credo che il primo compito di un presidente sia quello di creare una struttura societaria importante con un numero di dirigenti ampio e con la figura di un vice presidente in grado di fare le veci del presidente stesso. (per dare continuità nel caso di dimissione)

Il presidente dopo aver scelto i collaboratori, dovrebbe creare un organigramma e fare in modo che ogni persona abbia compiti chiari e definiti evitando il proprio intervento su problematiche gia attribuite ad altri.

Ci dovranno essere responsabili per ogni settore: parte economica, logistica , tecnica e anche la gestione di una segreteria non deve essere carico di un presidente ma di un responsabile competente che possa gestire le numerose richieste (visite mediche, tesseramenti, assicurazioni, trasferte ecc.).

In alcune società troviamo un numero di addetti molto elevati, ma spesso l'incapacità alla delega da parte dei presidenti rende vano lo sforzo di aver creato un gruppo molto numeroso e il lavoro normalmente ricade sulle spalle del presidente stesso.

In sostanza quello che a mio parere manca nella società è una gestione di tipo aziendale con cariche , compiti e regolamenti che rendano lo svolgimento delle attività organizzato e soprattutto capace di gestire le situazioni anomale e impreviste.

Da sempre ritengo che nel team societario debba esserci un ufficio marketing che con azioni concrete possa rendere il prodotto calcio femminile vendibile dal punto di vista pubblicitario . Il denaro per una formazione che svolge un campionato nazionale è importantissimo e in questo periodo di estrema crisi risulta sempre più complesso reperire la moneta..per questo motivo o si piange o si agisce ... e solo un gruppo forte con mentalità imprenditoriale potrà creare un interesse monetizzabile verso questo sport.

Oltre ad una base societaria molto solida sono importanti le strutture operative quali campi da gioco e da allenamento, materiali e disponibilità economica per svolgere le attività tipiche di un campionato.

Molte società femminili si trovano sballottate da un campo all'altro sia per quanto riguarda gli allenamenti che per le partite ufficiali e questa situazione rende il tutto cosi poco credibile mostrando chiaramente quanto poco viene valutato questo sport nel nostro paese.

Mi domando però di chi sia la colpa? ...degli altri naturalmente .... E con questa risposta scontata entro di diritto nel gruppo di coloro che vedono il calcio femminile " alla frutta". Che testa di c...o che sei Roberto...tu che dici queste cose??? La tua solita provocazione di M.....a!!! vero! Non ci credo! E non ci voglio credere!! Ma sono incazzato perché nulla sembra portare ad una valorizzazione importante e ciò che noto è una forte componente amatoriale senza nessun progetto lungimirante.

Per fortuna qualche realtà naviga contro corrente, ma la massa purtroppo sembra andare verso il baratro...

Roberto Genta