FIAMMAMONZA E LAZIO RIPESCATE IN SERIE A

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giustizia sportivaDue fulmini, nel cielo nuvoloso del calcio femminile scuotono il campionato di serie A. La rinuncia del Siena, vincitrice dei play off, comunicata alcuni giorni dopo la gioia della vittoria, ha stupito e movimentato l'interesse e la curiosità di questa calda estate con varie interpretazioni sul regolamento dei ripescaggi. Successivamente, le voci insistenti sulla possibile rinuncia del Venezia, diventate certezze con il passare dei giorni, sono state confermate con la rinuncia della società lagunare che permette alla Lazio, sconfitta nel play out, di rimanere in serie A.
Sul banco degli imputati... il regolamento per i ripescaggi che è stato oggetto d'interpretazioni diverse e l'esito finale, con la pubblicazione della classifica emanata sul conteggio della tabella valutativa, conferma anche i miei dubbi. Il Fiammamonza è la prima squadra ripescata in base alla "priorità" dello stesso regolamento e non comprendo perchè la società monzese sia stata inserita, sin da subito, nel conteggio della classifica (considerato che gli spettava di priorità) e inoltre abbia totalizzato più punti della Lazio, considerato che la tabella esclude la voce che assegna punti alla perdente della finale dei play off (forse aggiunta in seguito e dopo la mancanza da me rilevata). Il Fiammamonza, secondo me, non doveva essere conteggiato nella classifica per il ripescaggio in quanto promossa per la "priorità"; La classifica doveva servire solo per un eventuale secondo ripescaggio. Perchè allora la società brianzola vi è stata inserita?
A questo punto, sono proprio curioso di vedere i punti assegnati, divisi per i 10 criteri e fermo restando della priorità del ripescaggio, avrei preferito un regolamento più chiaro e trasparente e meno vulnerabile ai reclami. La rinuncia del Venezia, purtroppo, arriva giusta per evitare polemiche e contestazioni ufficiali e permette alla Lazio, in base ai punteggi collezionati con il regolamento, di rimanere nella massima serie. Incomprensibili altre polemiche pervenute da altre società aspiranti alla promozione.
Questa situazione evidenzia che il calcio femminile.. Italiano.. (questo sconosciuto) sta entrando in un periodo dal futuro incerto, contrariamente all'evoluzione e al successo riscontrato in campo europeo e mondiale (4° sport più seguito alle Olimpiadi) e le nostre Istituzioni continuano a non promuovere e sviluppare il nostro movimento, nonostante le minacciose pressioni dell'UEFA. 
Il risultato? Le società partecipanti al campionato inferiore stanno diminuendo di anno in anno mettendo a rischio l'attività su tutto il territorio e di conseguenza i punti di riferimento locali. Molte calciatrici si sono ritrovate senza squadra, molte società sono a rischio chiusura e per le restanti aumentano le spese di trasferta per un campionato che si prevede dispersivo per le tante rinuncie su tutto il territorio e soprattutto nel Sud Italia, che soffre maggiormente questa brutta crisi.
Se proprio non si vuole far germogliare il movimento allora si potrebbe limitarne la scomparsa, diminuendo i costi d'iscrizione ai campionati, della serie A2/B, istituire campionati interregionali con costi poco superiori all'iscrizione ad un campionato regionale e intervenire sugli esuberi del personale della DCF che innalzano i costi del nostro movimento. Basti pensare che un campionato zonale amatoriale viene gestito in modo ottimale con pochi impiegati e molte società in più da gestire. 

Walter Pettinati

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