Calcio femminile FIGC: siamo sicuri che sia la strategia giusta?
- Walter Pettinati
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E' la domanda che mi sono posto subito dopo aver preso atto della nuova organizzazione del campionato di serie A di calcio femminile targato FIGC. Un cambiamento drastico che mi lascia molto perplesso per la strategia adottata.
Vediamo di analizzare insieme alcuni punti fondamentali.
Un punto fermo positivo, a mio avviso indiscutibile, sono le strutture e l'organizzazione tecnica che le ragazze possono usufruire con l'arrivo delle società maschili professionistiche. Adesso le calciatrici possono fare la vita da vere professioniste pur essendo dilettanti (ma questo è un discorso che affronteremo prossimamente). Era l'obiettivo per il cui noi di calciodonne abbiamo lottato da sempre mantenedo sempre la stessa linea: calcio femminile in FIGC con le società professionistiche oppure con le stesse società dilettantistiche supportandole con una quota dei diritti tv.
Il miglioramento tecnico-atletico è certo
Ci vorrà tempo per alzare il livello tecnico-atletico ma il miglioramento adesso è certo. Con questo non voglio screditare il lavoro fatto e che stanno facendo le società dilettantistiche che si sono create nel tempo un'organizzazione invidiabile.
La mia perplessità è sulla strategia adottata, fin troppo rischiosa
Diritti audiovisivi acquisivi in esclusiva da Sky: apparentemente può sembrare positivo, finalmente il calcio femminile approda su di una piattaforma importante come Sky con la diretta domenicale e approfondimenti infrasettimanali.
Ma siamo sicuri che questa sia la strada giusta per promuovere il movimento?
Io dico di no!
Il calcio femminile lo potranno vedere solo gli abbonati Sky: stop a tutti i canali web e tv locali, a meno che non acquistino i diritti da Sky.
In questo modo entrano soldi a Sky e le società, finalmente, si dividono i diritti TV acquisiti con le loro forze (altra nostra battaglia con tanto di petizione).
Una strategia che punta da subito al business
Sembra che i Club e la FIGC vogliano testare se c’è un ritorno economico senza investimenti e soprattutto senza aver sviluppato il movimento = x loro rischio zero.
Purtroppo, come tutti ben sappiamo, il seguito che annovera il calcio femminile è scarso, molto scarso. Lo hanno tenuto nascosto fino adesso, come si può pensare che chi non conosce questo sport corra ad abbonarsi a Sky e vada a riempire le tribuna (pagando un biglietto) se prima non si è lavorato sulla promozione?
Non chiamiamola promozione
Ricordo ai più giovani, tornando indietro nel tempo, che una volta, quando il calcio femminile aveva una sua Federazione e prima di cadere in LND, le gare si vedevano sulla Rai, i commentatori erano i De Martino, le tribune erano stracolme di pubblico e i giornali nazionali venivano pagati per scrivere di calcio femminile. Quella era promozione. Quando si sono accorti del successo del calcio in gonnella… lo hanno passato alla LND.
FIGC e Club Pro puntano a vendere un prodotto che non conosce nessuno?
Ecco perchè questi grandi club sono andati a "rapinare" le giovani calciatrici in tutti le società dilettantistiche, mettendo le stesse in seria difficoltà.
Vogliono vedere i risultati da subito senza impegnarsi più di tanto e io non credo che li avranno, visto lo scarso seguito di pubblico e lo scarso numero di praticanti dovuto alla mancata visibilità e pubblicità.
Come qualcuno ha detto: "partono a costruire la casa dal tetto e non dalle fondamenta."
Una strategia che la dice lunga: prima di investire vogliamo vedere i risultati = ritorno economico.
Altro indice negativo
Basta prendere per esempio la Juventus e la sua partecipazione alla sua prima Champions
La (ex) Vecchia Signora ha rinforzato la squadra con ragazze straniere, con tutto il rispetto per loro, che non fanno la differenza con la rosa a disposizione di Rita Guarino. Non hanno investito su una Ramona Bachmann o calciatrici del suo livello. Non hanno preso la “Ronaldo” del calcio femminile o la “Higuain” in attacco. Anche questo significa che prima di spendere vogliono vedere i risultati.
Se la Juve avesse preso Marta o altre due fuoriclasse internazionali, avrebbe concorso a vincere la Champions invece di rischiare di andar fuori ai sedicesimi (speriamo di no).
In questo modo avrebbero innalzato l'interesse per tutto il movimento.
Sono andato a navigare sui siti dei club professionistici
Basito dal sito dei professionisti della Fiorentina, dove, domenica scorso, non c'era ancora la rosa della squadra femminile e risultati con classifica erano fermi allo scorso anno, sono andato a visitatore i loro rivali di sempre della Juventus. Qui ho trovato la rosa aggiornata ma con la classifica 2017-2018. Non parliamo del Milan...
Forse questi team prof sono gelosi? mah... qualcuno griderebbe al sessismo, altri che bisogna dargli tempo. Io dico che quando ci interessa una cosa o meglio ancora delle persone si dovrebbe dare loro, da subito il rispetto che meritano.
Credo fortemente che si doveva arrivare a questo cambiamento solo dopo:
aver promosso su tutto territorio il movimento;
aumentare il numero delle praticanti;
fatto conoscere la parte buona e bella del calcio femminile;
farlo diventare appetibile da sponsor e genitori;
fare una forte campagna di visibilità in stile Inglese.
Una volta raggiunti certi risultati, allora si che si poteva passare tutti al professionismo con la soddisfazione anche di tutte le società dilettantistiche e di chi ha volontariato tanto per questo sport..
In questo modo chi rischia “l’essere o non essere” è solo ed esclusivamente il calcio femminile.
Walter Pettinati