Katia SERRA, sicurezza e salute nel Calcio Femminile Italiano

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serra katia_aicInteressante intervista di Mario Merati a Katia Serra, attuale Consigliere Aic e responsabile per il calcio femminile.
1) Gentilissima Katia, la tragica morte di Piermario Morosini, ha scosso tutto il mondo sportivo, non solo quello calcistico. Il Calcio Femminile Italiano come sta affrontando questo importante problema?
 Io conosco come lo sta affrontando l'Associazione Italiana Calciatori. Oggi, 16 aprile, in una riunione abbiamo parlato delle strategie da seguire per continuare a sensibilizzare la FIGC e la LND sulla salute dei calciatori/trici. Vorrei ricordare che noi, a settembre 2011, abbiamo organizzato un Convegno Nazionale sulla Tutela della Salute dei Calciatori.

2) Negli ultimi anni, grazie anche alle incessanti richieste dell'AIC, su tutti i campi dei Campionati di A e di A2 sono presenti le ambulanze e in campo un medico che è a disposizione di tutte due le formazioni in campo, tu credi che si possa estendere questa assistenza anche ai campionati di categoria inferiore? Se fossi un Presidente Regionale, obbligherei le società. Per aiutarle, stipulerei una convenzione con la Croce Rossa Italiana, così da avere assicurata la presenza dell'ambulanza a costi bassi. La LND ha preso 19.000.000,00 di euro dai diritti televisivi. Con questi soldi si possono fare tante cose! Per esempio, pagare una parte di questa convenzione.
 

3) In questi giorni si sta discutendo sulla necessità di essere dotati su ogni campo sportivo di DEFIBRILLATORI con persone addestrate ad usarle, tu pensi che si possa arrivare a questo livello di sicurezza anche sui campi delle Società dilettantistiche ? L'obbligo dei defibrillatori sui campi professionistici esiste già da qualche tempo. Per me è fattibile anche per i dilettanti: doterei il campo sportivo così tutti, dal femminile ai dilettanti fino alle giovanile, ne usufruirebbero. Il vero problema è legato alla responsabilità di chi lo usa. Preventivamente va definito quest'aspetto, perché l'uso è semplice, in pratica il funzionamento va in automatico, ma non fa miracoli. In caso d'insuccesso, è da evitare di addossare delle colpe non assoggettabili a chi l'ha usato. Per esempio, verificandone periodicamente il buon funzionamento.

4) Nella tua carriera calcistica hai vissuto una importante esperienza in Spagna, come era organizzato il Calcio Spagnolo in merito al problema –salute e sicurezza delle atlete? Conosci, sempre su questo problema, anche altre realtà a livello Europeo o Mondiale? In questi giorni avrai sentito dire da tutti che in Italia siamo all'avanguardia: è vero, te lo garantisco. In Spagna non c'è l'obbligo della visita medica per giocare. Così io, per una mia sicurezza, la feci in Italia prima di partire. Però, far parte di una società professionistica maschile come il Levante, dove ho giocato, ti permette di essere seguita quotidianamente da medici e fisioterapisti professionalmente molto preparati. Altro aspetto che riguarda la sicurezza e la tutela. Si deduce che ogni realtà ha le sue caratteristiche e, all'estero, si deve guardare per migliorare e per portare da noi ciò che è attuabile. Le altre realtà le conosco meno, preferisco prima approfondire l'argomento.

5) Come massimo rappresentante dell'AIC per il Femminile, hai delle proposte, delle idee, per migliorare i controlli medici nelle varie Società, e credi sia opportuna una maggior vigilanza e se necessario, anche un aumento della sanzioni per quelle Società che non rispettano le direttive imposte su questa importante materia( ad e.mancanza del medico in panchina...)? Parto da una premessa: davanti ai soldi diventiamo tutti sensibili, perciò per prima cosa io aumenterei drasticamente le sanzioni. Un esempio: oggi chi non rispetta l'obbligo dell'ambulanza a bordo campo paga 100,00 euro? Io aggiungere "due zeri" così chi sbaglia, la seconda volta di sicuro rispetterà il regolamento! Le prime idee che trovo attuabili, sia in termini di costi sia di necessità per realizzarle, sono:
VINCOLARE IL CERTIFICATO MEDICO AL TESSERAMENTO. Chi non fa la visita non gioca per regolamento ed io, come Presidente di società, non la faccio nemmeno allenare. In questo modo si assumerebbero la responsabilità entrambi, dirigente e calciatrice.
- Nelle visite d'idoneità inserirei anche L'ECOCARDIOGRAFIA, almeno per le giocatrici dei campionati nazionali
- Vorrei che s'iniziasse a fare una BANCA DATI in cui far confluire tutti i certificati medici delle tesserate per avere un archivio. Questo concetto lo estenderei anche ad altri dati, ma qui mi limito a parlare solo della salute, intesa come prevenzione.

Ti ringrazio per la tua sempre cordiale disponibilità al dialogo e alla discussione costruttiva.

Mario Merati