CALCIO COME TERAPIA CONTRO IL DOLORE

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ragazze-abbracciate-calciodonneNell'antica grecia, il popolo si recava a teatro per godere lo spettacolo delle tragedie: le tristi storie di uomini o donne che dovevano lottare contro gli dei o contro un fato avverso. I protagonisti soccombevano e il pubblico si immedesimava alla loro sorte, soffrendo come soffrivano questi sfortunati eroi, questa era la catarsi.
Ho personalmente vissuto un episodio luttuoso che ha colpito una calciatrice, che a 15 anni ha perso improvvisamente la madre, dall'oggi al domani, o meglio dall'oggi all'oggi.
La società in toto con: dirigenti, allenatori e genitori, non ha mai abbandonato la sfortunata atleta, ma la presenza delle compagne di squadra attuali e delle stagioni precedenti sono stati fondamentali.
Si dice che una squadra vince le proprie partite con la forza del gruppo.
Proprio il gruppo è stata la mossa decisiva ad iniziare una terapia contro il dolore. Attraverso i socialnetwork, come "facebook" monitorando giornalmente lo stato emotivo dell'amica, con un continuo "abbraccio virtuale".
Una settimana dopo la ragazza è tornata ad allenarsi. Sotto un temporale, che sembrava un monsone tropicale, tra il fango e l'erba, le lacrime di tutte le atlete strette in un comune abbraccio sotto la pioggia ha trasformato il pianto della compagna in un sorriso durante la partitella.
Le ragazze di questa squadra veneta hanno dimostrato di essere il primo aiuto reale al difficile percorso che dovrà attraversare la loro sfortunata compagna di squadra.

MAURIZIO FARETTA