Baby calciatrici: papa' procuratori "gioie e dolori"

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Nei campionati giovanili scendono in campo anche i genitori delle baby-calciatrici. Dopo i numerosi casi di papà tifosi che a volte per esaltazione e inciviltà non hanno proprio nulla da invidiare ai facinorosi della serie A, arriva una nuova categoria quella dei papà manager. Sono spesso ex-giocatori con figli maschi avviati nei campionati provinciali, che vorrebbero pure le figlie ad un livello competitivo simile a quello dei loro fratelli.

La situazione comportamentale durante le partite porta a spiacevoli situazioni di scontro con allenatori o dirigenti. I novelli procuratori decidono il futuro della calciatrice (talvolta a prescindere dalla volontà dell'atleta, che preferirebbe vivere lo sport come amicizia e aggregazione, piuttosto che competizione e carriera), vivendo lo scarso impiego in campo come un affronto personale. 
Il "papa' " manager " è spesso a bordocampo ad incitare la figlia. Le sue indicazioni talvolta sono all'antitesi con quella dell'allenatore e la ragazzina non capisce più se deve difendere o portare pressing in attacco.Sono guai se una compagna di squadra si permette qualche personalismo, che comporta il mancato passaggio alla sua "assistita".
Questi fatti paradossali creano nell'atleta un'ansia di prestazione, che provoca una forte insicurezza, nel particolare esiste una costante paura di inadeguatezzà nei confronti delle grandi aspettative del genitore. Questa situazione logora lentamente la sua voglia di giocare a calcio.
E' necessario quindi far ritornare nel giusto alveo ciò che è puro divertimento e gioco. Lasciamo quindi le nostre potenziali campionesse nelle mani dei loro allenatori e dirigenti, più competenti e meno coinvolti di noi genitori. "....non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.

La Leva Calcistica Della Classe '68- Francesco DeGregori"

MAURIZIO FARETTA