Intervista a una grande ex giocatrice e ora allenatrice della squadra campionessa d'Italia, la Torres

Stampa

Valutazione attuale: 5 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella attivaStella attiva
 

 

tesse-manu21) Siete alle battute finali del girone di andata, prime in classifica ma con l'ultimo big match della stagione contro il Brescia, come lo vedi?
Abbiamo chiaro l'obbiettivo e sappiamo quali sono le nostre possibilità, il match contro il Brescia qualunque risultato ne scaturisca non stravolgerà la classifica, il campionato è lungo ci sono tante partite da giocare.
2) Qual è la squadra o le squadre che temete di più e che potrebbero ambire come voi allo scudetto?
Penso che la classifica sia già delineata, siamo tre squadre a contenderci il titolo e a lottare per un posto in Champions, la squadra che temo di più e' la Torres, noi stesse, capaci di magiche imprese, ma molto brava alcune volte a complicarci la vita
3) Siete entrate negli ottavi di finale in Champions League, è da due anni che siete impegnati anche in competizioni europee, quale è la realtà del calcio femminile all'estero?
La Womens Champions League sta rasentando quella maschile: stadi gremiti, partite che si giocano ad alta intensità, dirette televisive; noi affronteremo nei quarti un colosso del calcio femminile europeo, negli ultimi anni la Germania ha fatto da padrona sia con la nazionale che con la vittoria del Walsbrugh nell'ultima edizione della Womens Champions League. A livello di club, la Francia con il Lione si è abbonata alle finali delle ultime champions league e quest'anno con grande sorpresa è stata eliminata proprio dal Postam. Essere per il secondo anno consecutivo tra le prime otto d'Europa mi riempie d'orgoglio: la Champions é un sogno e noi possiamo ancora sognare.
4) A livello di visibilità in Italia che cosa manca? Come si potrebbe cercare di promuovere a livello mediatico il calcio femminile?
La pubblicità é l'anima del commercio. Bisogna creare dei modelli a livello di immagine, dove ogni bambina si possa identificare e possa cosi avvicinarsi a questo sport senza pregiudizi culturali, ma per far questo bisogna creare un prodotto vendibile, che piaccia. Quindi in primis le società, noi addetti ai lavori e le calciatrici, dobbiamo lavorare su questo.
5) Rispetto a quando tu giocavi, come e se è cambiato il calcio femminile?
Sono cambiati i metodi di allenamento, si stanno avvicinando al cacio femminile molti professionisti, sia tecnici che preparatori atletici, fisioterapisti e questo non può far altro che aumentare il bagaglio tecnico, medico e fisico delle atlete; sotto il profilo della personalità, oggi la maggior parte delle giovani è figlia della società in cui viviamo: hanno tutto ma non capiscono che nello sport che è anche vita, i traguardi vanno conquistati con sacrificio, abnegazione, umiltà e duro lavoro.
6) In futuro ti piacerebbe diventare ct della nazionale maggiore?
A bruciapelo risponderei di no, ho ancora tanto da imparare, ho avuto l'esperienza di essere l'assistente tecnico di Ghedin per tutta la qualificazione ai campionati europei nella nazionale Maggiore, ma non è stata lavorativamente parlando una bella esperienza: non ho potuto dare il mio contributo come avrei voluto.
Penso che più che un tecnico il Ct della nazionale sia più un selezionatore, deve girare per i campi e vedere quali sono le atlete più in forma, avere un rapporto stretto con i club, perchè sono i club che formano le calciatrici, in un raduno di 3 giorni o anche di 10 non si può migliorare o far crescere un atleta. Per il momento mi piace lavorare h 24 con la squadra, ma nella vita mai dire mai....
7) Hai mai giocato o allenato all'estero? La riterresti una esperienza utile?
Giocato no, ho avuto la possibilità di andare in un college americano ma non me la sono sentita di partire, ecco potessi tornare indietro non rifarei la stessa scelta.. come allenatrice grazie a Carolina Morace ho potuto far parte del suo staff tecnico nella nazionale canadese e vincere il torneo di SanPaolo in Brasile: un'esperienza che ha arricchito il mio bagaglio. La differenza tra il calcio femminile italiano e quello estero sta nell'intensità in cui le atlete svolgono ogni singola seduta di allenamento, in Italia dovremmo migliorare questo a partire da noi allenatori, dobbiamo crescere ed essere perennemente aggiornati. Per qualsiasi squadra che alleniamo, di media alta e bassa classifica, dobbiamo cercare di proporre esercizi ed esercitazioni ad alta intensità cosi da poter migliorare il ritmo e l'intensità anche nelle nostre partite di campionato.
8) Ora sei ad allenare una delle squadre più forti della serie A nella tua Sardegna, come ti senti?
Sono orgogliosa di guidare la squadra della mia regione e della mia città in quanto Sarda e sassarese, sono grata alla società per avermi dato questa opportunità, scommettendo su una allenatrice giovane e priva di esperienza nel campionato di serie A ed in Champions, sono inoltre grata a tutte le atlete perché è solo grazie a loro se sono potuta crescere come allenatrice..
9) L'under 17 ha ottenuto il terzo posto all'Europeo e la qualificazione al mondiale in Costa Rica, questo è un buon segnale per il futuro del calcio femminile italiano?
Assolutamente sì, io penso che le giovani brave ci siano sempre state, il tutto è cercare di seguirle nella crescita ed avere il coraggio di farle emergere, alla Torres con il mio arrivo nella scorsa stagione, si è proprio voluto iniziare un processo di rinnovamento della rosa, l'obbiettivo è cercare di creare un mix tra atlete professioniste di grande esperienza e giovani promesse del calcio femminile affinché la rosa abbia sempre un grande equilibrio e sia sempre stimolata a nuovi obbiettivi di crescita. Potersi allenare insieme a giocatrici del calibro di Panico, Fuselli, Tona, Motta, Stracchi, Domenichetti, Iannella, Conti, con le straniere e sapere che se se lo meritano giocano, a prescindere dalla loro carta d'identità, penso che sia per le giovani promesse la condizione ideale per diventare grandi professioniste. Si ringraziano le Nazionali giovanili per il grande lavoro svolto, attualmente la Torres utilizza e ha utilizzato in gare di campionato e in Champions ben 4 giocatrici che hanno militato nelle under 17 e 19.
10) La scelta di smettere di giocare a 28 anni da cosa è stata dettata?
Purtroppo la scelta non è stata dettata da me, un ossicino (lo scafoide) del mio piede ha deciso di "morire" in seguito a una frattura e da li è nato il calvario dall'età di 20 anni, oltre ad una parentesi per il crociato, ho subito 5 trapianti ossei tutti sullo stesso piede, l'ultimo addirittura per ritornare a camminare. Smettere è stato inevitabile per la mia salute...
La passione però è talmente tanta che una volta l'anno, quest'anno in occasione dell'ultimo
allenamento del 2013, mi cimento in una partitella con le ragazze....La squadra con cui gioco perde sistematicamente!
11) Come giocatrice e finora come allenatrice hai vinto molto, come si ottengono i risultati e quanto della tua esperienza hai trasmesso alle tue giocatrici?
E' vero, non sono neanche alla mia seconda stagione alla Torres che abbiamo vinto 1 scudetto, 2 super coppa e per la seconda volta consecutiva siamo ai quarti di Champions.
Io però non mi sento di aver vinto niente, il segreto è aver avuto a disposizione un gruppo di atlete sempre motivate a crescere come me, con umiltà ,sacrificio e rispetto.
12) Quali sono le strategie per valorizzare il calcio femminile in Italia e come mai questo sport nel settore femminile non riesce a decollare nel nostro Paese?
Ormai questa è una domanda ricorrente, più volte ho risposto che non servirebbe neanche fare un grande lavoro, basterebbe copiare e imitare le nazioni più vicine a noi che hanno sviluppato progetti vincenti per il lancio del calcio femminile(vedi Germania, Francia, Inghilterra)
13) Il vostro presidente Leonardo Marras, nominato coordinatore del Dipartimento, da pochi mesi, come sta cercando di far crescere il calcio femminile in Italia?
Sinceramente con il mio presidente parliamo solo di questioni legate alla Torres, c'è un gruppo di lavoro al dipartimento che ha anni di esperienza nel calcio femminile, speriamo che il loro lavoro possa portare nuove idee e progetti che cambino lo stato attuale del calcio femminile in Italia.
14) Ci elenchi tre nomi di ex giocatrici che ritieni essere validi e importanti esempi e tre nomi di giocatrici del campionato o della nazionale attuale che meritano una tua positiva segnalazione?
Ex grandi giocatrici e grandi donne con la passione per questo sport, un grazie va anche a loro per la mia crescita come persona, giocatrice e allenatrice, sono: Carolina Morace, Federica D'Astolfo e Rita Guarino, penso non ci sia bisogno di presentazione per queste icone del calcio femminile.
Attualmente non posso non citare Patrizia Panico capitano della nazionale e uno dei capitani senza fascia della Torres, un esempio per tutti in campo e fuori; Salvai Cecilia mi ha impressionato agli ultimi europei, ha ricoperto il ruolo di centrale difensivo al suo esordio in una competizione cosi importante in maniera eccelsa; in ultimo tre giocatrici che a mio personale parere potrebbero indossare la maglia della nazionale, in quanto in questa prima parte di campionato si sono distinte nelle loro squadre, sembrerò di parte ma mi assumo la responsabilità in quanto è un semplice parere: Silvia Fuselli dotata di grandi qualità e capacità atletiche, già nazionale con Pietro Ghedin, poi Alia Guagni e Linda Tucceri Cimini. Spero che per loro ci possa essere una chance.
15) Hai un sogno nel cassetto da realizzare?
Champions, champions, champions...Ancora siamo in corsa per sognare!

Un sentito grazie a Manuela Tesse per la sua cortesia e disponibilità e un buon Natale a tutti.

Laura Pressi