Beatrice Zio e il calcio

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"La mia passione per il calcio, e soprattutto per i colori biancorossi, nasce nel lontano 1995.... a cavallo tra la promozione in serie A del Vicenza che festeggiai scorrazzando per la città a bordo dell'Alfa Romeo rossa di mio zio e la prima partita vista al "Menti" dalla Curva Nord, un Vicenza-Bari bagnato dalla doppietta di Otero".


È un fiume in piena - a ragion veduta - Beatrice Zio quando si parla di calcio (e di pallacanestro), soprattutto quando in ballo c'è il Vicenza.
"Il mio cuore da sempre è diviso in due: la palla a spicchi da una parte ed il Lane, ovvero il calcio, dall'altra", le sue parole.

"Qualche anno in più rispetto a quando me ne innamorai, due figli - Matilde di 8 anni e Diego di 17 mesi - un lavoro all'interno del mondo dello sport, ma la passione è sempre la stessa. Quando gioco, quando guardo le partite, quando preparo gli allenamenti, le emozioni sono sempre le stesse. Dicono sia solo un gioco, ma sarà il suo intrecciarsi nel corso degli anni con i miei affetti, la mia città.... sarà il mio essere così profondamente "romantica", ma per me non è mai stato solo un gioco".

Notevole la determinazione di questa ragazza, ed i risultati ottenuti nel tempo decisamente molto importanti e prestigiosi: "Ci vollero alcuni anni prima che mia madre accettasse il fatto che volessi giocare a calcio; tentò con la pallacanestro, ed è per questo che ora il mio cuore si divide tra la palla a spicchi ed il prato verde. Quando finalmente cedette iniziai a giocare nel Pedezzi insieme ai miei amici, unica ragazzina.... ma questo contava ben poco perchè ero la più felice del mondo, ed Alberto Tombacco come mio primo allenatore: aveva grande considerazione di me e per questo lo ringrazierò sempre. Crescendo ho avuto l'onore di indossare i colori biancorossi nella Juniores, nella Primavera e in serie A2 del Vicenza Calcio Femminile, prima come esterno destro e poi come punta. Una realtà davvero importante che deve la sua nascita ad una persona dal cuore d'oro che ha sempre creduto nel movimento femminile, sostenendolo sempre (ancora adesso è così): Mauro Padovan. Dopo Vicenza, una breve esperienza a Venezia, un campionato di vinto a Valdalpone ed un'avventura mai provata prima nel futsal con il Vicenza C5, nel ruolo di pivot: tutte bellissime esperienze che mi hanno permesso di incontrare persone speciali che, umanamente, mi hanno dato davvero tanto. Ma mi dividevo tra calcio, pallacanestro e l'arrivo dei figli: ho dovuto fare delle scelte, così - ad un certo punto - ho dovuto appendere gli scarpini al chiodo".

In quel momento, forse, è iniziata l'avventura più bella per Beatrice Zio:
"Tre anni fa, grazie alla lungimiranza di Umberto Masenello, è partita la mia collaborazione con il Vicenza Calcio in qualità di allenatrice dei piccoli amici; collaborazione che è più viva che mai ancora adesso con la nuova società: il L.R. Vicenza Virtus sotto la guida di un uomo di grande esperienza come Gigi Zanetti".

Beatrice Zio entra più nel dettaglio di questo suo ruolo tanto importante quanto delicato ma ricco di gratificazioni: "Lavorare con questi bambini è davvero incredibile, regala soddisfazioni enormi sia dal punto di vista umano che dal punto di vista sportivo: li vedi crescere giorno dopo giorno, acquisire nuove competenze e maggior sicurezza in loro stessi ed è un evento meraviglioso. Con i genitori - poi - si è creata un'alchimia particolare che ha permesso di affrontare tutti gli impegni con grande gioia e partecipazione: devo proprio ammettere di aver trovato un'altra famiglia. Data la loro tenera età, il mio compito è quello di farli appassionare al GIOCO del calcio, far provare loro emozioni positive quando vengono al campo, creare nuove amicizie e lavorare sulle capacità motorie di base. Dobbiamo permettere ai bambini di creare situazioni di gioco spontaneo in cui a prevalere sia la loro intelligenza. Per come la vedo io il compito di noi allenatori, a partire dalla mia categoria per arrivare a quelle superiori, è quello di fornire ai ragazzi i mezzi per diventare "giocatori pesanti", capaci di risolvere le situazioni di gioco non agendo secondo schemi prestabiliti: la Federazione sta facendo un grande lavoro in questi termini e ho molta fiducia nel futuro; vedo mister più consapevoli, con la voglia di mettersi in discussione e per questo pronti a crescere. Abbiamo toccato il punto più basso, ma vedo che c'è della luce, uno spiraglio da cui si sta ripartendo per poter fare bene, ED I RISULTATI DELLA NAZIONALE FEMMINILE NE SONO LA DIMOSTRAZIONE, ma ci vuole tempo e perseveranza".

Un esempio a tutto tondo, Beatrice Zio: una professionista profondamente innamorata del calcio, del basket, della sua famiglia e del suo Vicenza:
"Mio nonno mi regalò la maglia numero 19 di Otero ed un pallone, due oggetti dai quali non mi sarei mai più separata", ricorda con piacere".

E per concludere - tornando al presente - :"Come ripeto molto spesso e volentieri.... sempre e comunque forza Lane".

Enrico Ferranti.
Foto a cura di W. Ramin e P. Contadin. 

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