Martedì, 23 Aprile 2024
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Donne dilettanti per legge: parte la campagna informativa di calciodonne.it

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Forse non tutti sanno che una legge elaborata dalla Camera e approvata dal Senato il 4 marzo 1981 vieta alle donne italiane di raggiungere il professionismo sportivo. Una discriminazione aberrante verso le donne dello sport.
In Italia le donne sono circa il 52% della popolazione, una maggioranza di genere con meno diritti della minoranza: una democrazia tutta Italiana. L'arrivo delle quote rosa in parlamento non hanno migliorato la situazione, anzi... la delusione si è maggiormente amplificata visto che il 32% del parlamento è proprio composto da donne. Ad uscire dal guscio ci ha pensato lo scorso anno, precisamente il 1 luglio 2015, l'Onorevole Valeria Fedeli con la proposta di modifica della Legge n.91 attraverso il DDL AS 1996 con la quale chiese di apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 2, primo comma, le parole: «sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici» sono sostituite dalle seguenti: «sono sportivi professionisti gli atleti e le atlete, gli allenatori e le allenatrici, i direttori e le direttrici tecnico-sportivi ed i preparatori e le preparatrici atletici»;

b) all'articolo 2, dopo il primo comma, è aggiunto il seguente: «Qualunque sia la disciplina sportiva regolamentata dal CONI, è vietata qualsiasi discriminazione da parte delle federazioni sportive nazionali per quanto riguarda la qualificazione del professionismo sportivo in ambito femminile e maschile.»;

c) all'articolo 10 è aggiunto, in fine, il seguente comma: «Quando elementi di fatto, desunti anche da dati di carattere statistico relativi alle qualificazioni degli sportivi professionisti, alla costituzione e alla affiliazione delle società sportive, siano idonei a fondare, in termini precisi e concordanti, la presunzione dell'esistenza di atti, patti o comportamenti discriminatori in ragione del sesso, spetta alle federazioni sportive nazionali riconosciute dal CONI l'onere della prova sull'insussistenza della discriminazione.».

Come possiamo notare, le modifiche consistono "solo" nell'aggiunge il termine al femminile nelle varie qualifiche, ignorate, chissà perchè, fino adesso. La stessa proposta di legge, risulta sempre dal sito del Senato, sia stata firmata da pochi parlamentari (e le donne?).

La battaglia di calciodonne.it punta ad attirare l'attenzione su una legge discriminatoria e non prende in considerazione l'attività successiva che porta allo sviluppo di uno sport professionistico, difficle da organizzare in mancanza di interesse economico. Però, non riteniamo giusto che una legge vieti alle donne ciò che concede agli uomini.

In sintonia con la Psicologa clinica e dello Sport Roberta Cappelluti e in collaborazione con le Associazioni Anti Violenza apriremo una campagna di sensibilizzazione per far conoscere questa incresciosa situazione, in netto contrasto con le indicazioni Europee, ai cittadini Italiani che sono chiamati ad una profonda riflessione. Nel contempo, ho dato mandato ad un noto studio di avvocati della mia zona che si è reso disponibile ad approfondire la problematica ed eventualmente indicarci i passi da percorrere per risolverla una volta per tutte.

Walter Pettinati

 

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calciodonne252

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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