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Castelvecchio, entra l'ex calciatore di serie A Carlo Teodorani

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teodorani-carlo-castelvecchioL'entrata di Carlo Teodorani nel Castelvecchio calcio è motivo di orgoglio per tutta Savignano sul Rubicone e non solo x pochi, ci dice il Presidente dell'A.S.D. Castelvecchio Massimo MAGNANI, calciatori di questo stampo non possono che far bene a tutto l'ambiente del calcio in generale è averlo annoverato tra le file del nostro gruppo è grande motivo d'orgoglio .
Nella nostra società di calcio femminile, prosegue Magnani, durante il mese di Agosto 2012 è nata un'altra società. Per capirci abbiamo inserito nel nostro interno un gruppo di persone che cureranno esclusivamente il settore giovanile maschile di cui Carlo sarà il Presidente. Tutto questo è sorto per la passione di un gruppo di amici che vogliono far giocare tutti.
Adesso scambiamo due parole con il nuovo Presidente del settore Giovanile del Castelvecchio Carlo Teodorani

Carlo allora una gran bella responsabilità?
Sai "La maggior parte delle volte un genitore iscrive il proprio figlio a un corso di nuoto aspettandosi che il bambino impari a nuotare bene; se invece il piccolo si iscrive alla scuola-calcio, a casa si figurano il nuovo Maradona".
A dispetto di una carriera giunta fino ai massimi livelli (sette anni di militanza in serie A) e di una storia famigliare con la vocazione del calcio (il padre è stato tra i fondatori della Savignanese), Carlo Teodorani non ha dubbi.
All'età di cinque, sei, dieci anni, si deve entrare in campo con un solo pensiero: divertirsi con i propri compagni di squadra.
Sembra--scontato...
"Non è così. Io ricordo gli anni della mia adolescenza come anni impegnativi, di sacrificio. Allo sport ho dedicato il mio tempo libero mentre i miei amici si divertivano. Se non viene insegnata bene, la pratica sportiva può ingenerare tensione anziché benessere nel bambino".
Sul principio dello sport come gioco e divertimento e come mezzo per la crescita della persona prima che dell'atleta, si fonda il "Castelvecchio Calcio". Una scelta di campo che ha convinto a rimettersi in gioco anche l'ex calciatore savignanese.
Teodorani, classe 77, maglietta giallo-blu dai sei ai dieci anni e bianconera fino ai 18 anni, è approdato in serie A per rimanerci 7 anni di cui due con la prima squadra del Cesena, poi con Milan, Ternana e il Verona. Da qualche mese Teodorani, lontano dall'ambiente calcistico da ormai dieci anni salvo qualche incursione nel calcio dilettantistico con gli amici, è entrato nelle file del Castelvecchio come dirigente del settore giovanile, per contribuire al progetto piuttosto nuovo per i contenuti educativi che propone: lo sport vissuto attraverso il gioco, l'apprendimento attraverso il divertimento, l'aggregazione come contenitore di serenità, gioia, regole. Gli operatori sul campo e fuori dal campo sono affiancati nel percorso anche dal dott. Mirko Mazzoli psicologo e psicopedagogista, da dirigenti come Giampaolo Donati, Michael Aceto, Umberto Fabbri e allenatori come Mirko Muratori, Gaia Domeniconi, Valeria Pazzini, Lorenzo Gasperini oltre che dal Mister della Prima squadra Cristian Brigliadori Il nuovo settore giovanile del Castelvecchio conta su un centinaio di iscritti dai 5 ai 12 anni, tra maschi e femmine e sta per iniziare il campionato con tre squadre di pulcini e due di esordienti.

"La proposta che mi è stata fatta dagli amici del Castelvecchio Calcio mi ha convinto subito" spiega ancora Teodorani "perché è stato come ritornare con lo spirito di bambino. Mi è piaciuta l'idea che io possa portare il mio vissuto all'interno di una società sportiva in cui osservare le regole, divertendosi".

"Nel Castelvecchio maschi e femmine giocano insieme. Questo non rischia di penalizzare entrambi?

"L'allenamento è comune fino ai 10 anni, anche se con momenti di specializzazione. Poi le strade si dividono. Questa modalità è presente da tempo in Europa e offre un arricchimento reciproco. All'interno di un gruppo consolidato, in cui cresce l'intera persona e non solo il calciatore, anche il giocatore più forte deve guadagnarsi la stima degli altri attraverso il comportamento e il rispetto delle regole. Di conseguenza i ruoli verranno accettati naturalmente. La nostra proposta non è quella dello sport fine a sé stesso ma come strumento educativo".

Un'impresa difficile..
"Certo, però noi ci proviamo. La società e gli allenatori non possono realizzare nulla senza la collaborazione dei genitori. Gli adulti dovrebbero remare insieme nella stessa direzione".
Dunque, l'importante non è vincere ma partecipare?
"L'importante è divertirsi, in ogni caso".
Quali doti le sono state utili per la sua carriera?
"Certamente non solo le capacità tecniche, ma anche e soprattutto la determinazione. Quello che conta è avere un proprio sogno, poi perseguirlo con entusiasmo e passione. Sono quelle che ti aiutano ad accettare le regole e i tantissimi sacrifici che man mano si presentano".
Augurerebbe a suo figlio di arrivare in serie A?
"Si certo, cento volte. Ogni volta che scendevo in campo mi veniva la pelle d'oca. Quando si avvera un sogno che hai sin da piccolo, non ci può essere nulla di più bello".

Savignano sul Rubicone 18 Ottobre 2012

Franco Scolozzi

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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