Venerdì, 26 Aprile 2024
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L’intervista a Sara Barratin rugbista della Nazionale e calciatrice del Net.Uno: “Punto a tre vittorie nel Sei Nazioni e sulla salvezza col Net.Uno"

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baratin-net-uno2pQuella di domenica scorsa per Sara Barratin è stata certamente una giornata indimenticabile: anzitutto la prima vittoria del "suo" Casale, società di rugby femminile che lei, come una coraggiosa "pioniera" della palla ovale, ha fondato lo scorso anno. Successo trionfale per 34-0 contro il Gerundi. Un momento storico, atteso da oltre un anno, dalle rugbiste di Casale. Poi è arrivata anche un'altra bella notizia, al telefono dall' amica Maddalena: anche le sue compagne del calcio avevano vinto 5-2 a Pellestrina contro il New Team Ferrara, una gara importantissima nella corsa salvezza. Due vittorie, in due sport diversi, nello stesso pomeriggio. Un record. E' quello iscritto da Sara Barratin, rugbista di Casale sul Sile, della provincia di Treviso, affermata giocatrice della Nazionale azzurra (capitano della Nazionale seven e componente di quella a XV), ma in questa stagione sportiva 2013-14, anche calciatrice debuttante dell'Acdf Net.Uno Venezia Lido Femminile, club impegnato nel campionato nazionale di serie B. C'è dunque anche una rugbista dell'Italia nell'organico a disposizione del mister Pierangelo Pasqual. Il sodalizio rossoblu – denominato in una campagna pubblicitaria Net. Due Net Venezia per simboleggiare un netto taglio con il passato recente, è gemellato con l'Fbc Unione Venezia, rappresenta l'unica Società di calcio femminile di Venezia e isole.
Un onore per la squadra di calcio lagunare avere al suo interno una rugbista della Nazionale. Sara, classe 1986 (nata l'11 settembre) è una ragazza "acqua e sapone", semplice e sorridente: dai modi tanto energici in campo, quando c'è da inseguire una palla ovale, quanto gentili e disponibili fuori dal terreno di gioco. Il rugby, sia ben chiaro, ha la netta predominanza: il suo cuore batte a tutto rugby e ci mancherebbe. Ma quest'anno la passione sportiva è, in qualche modo, anche condivisa con un altro sport: il calcio. Una sfida che è iniziata quasi per scherzo, animata dalla volontà di dare una mano (da verso spirito rugbista) a un gruppo sportivamente in difficoltà. Una favola sportiva, la sua, che probabilmente ha pochi eguali in Italia. Abbiamo pensato di andarla a conoscere un po' più da vicino.
Come è nata questa passione per il rugby? Gioco a rugby da circa dieci anni. I miei genitori erano un po' diffidenti a farmi provare: e allora, appena presa la patente a 18 anni, sono andata a Treviso con la Benetton a provare. Non ho più smesso da quel giorno".
Cosa rappresenta, per te, il rugby? Difficile dirlo a parole. Mi regala emozioni. E mi ha cambiata. Il rugby è un po' come una "droga" – in senso positivo. Provi a giocare e poi, se entri in sintonia, non vuoi e puoi più smettere. E questo è dimostrato anche dall'esempio di tanti giocatori, che, anche una volta attaccate le scarpe al chiodo, organizzano tornei, promuovono iniziative, per stare nell'ambiente".
In quali squadre hai giocato? "Benetton Treviso, e poi ho coronato un altro sogno quello di fondare la squadra del Casale. Ora sono fuori per infortunio. Mi sono strappata da sola ad allenamento. Conto di rientrare per Natale, ma intanto seguo sempre le mie compagne. E stando fuori si soffre di più".
Tanto amore per il rugby, ma come è nato questo approccio con il calcio? "A settembre, inizio stagione, tramite Maddi (Maddalena Piana, anche lei calciatrice e rugbista con il doppio tesseramento ndr) che mi ha chiesto una mano, in un momento di difficoltà nel formare la squadra. Serviva gente che potesse rimpolpare, anche numericamente, il numero di ragazze. Inoltre quest'estate ho partecipato ad un torneo di calcio a Padova per beneficenza e la Fundatia Bucarest e mi è piaciuto molto. Perciò mi sono resa disponibile, anche perché conosco parte del gruppo, ed è un gran gruppo. E allora eccomi qui". Regolarmente tesserata per la Figc, con il pallone da calcio è stato un approccio per ora soft, ma non per questo meno importante. Alcuni allenamenti al "Taliercio" di Mestre con le compagne, poi il debutto, pur restando in panchina, a Cavarzere in Coppa Italia. "Quando non giocherà la mia squadra di rugby, ci sarò con il Net.Uno e se servirà il mio contributo sarò ben felice di poterlo dare. Punto soprattutto all'anno nuovo, e, non essendoci impegni con la Nazionale a primavera, potrò dedicarmi anche al calcio".
In che ruolo ti "vedresti"? "Jolly, faccio quello che serve di più alla squadra".
Come ti sembra questo avvio di stagione calcistico? "Positivo, la squadra è in crescita. E possiamo centrare la salvezza, che, per le premesse di inizio stagione, sarebbe un risultato strepitoso".
Chi, tra le calciatrici della squadra di cui fai parte, ti ha maggiormente impressionato vedendole all'opera sul campo? " piaciuto moltissimo come gioca Giulia Cimmieri, anche lei sta rientrando ora dopo un lungo infortunio".
Proseguendo in questo appassionante parallelismo tra rugby e calcio, quali, sono, invece, i tuoi campioni preferiti? Nel rugby Kerr – Barlow mediano di mischia degli All Blacks per il calcio apprezzo un sacco Del Piero e Totti". Non a caso, due nazionali, come te: torniamo, quindi, finalmente, all'amato rugby.
Quali sono i prossimi obiettivi della Nazionale azzurra femminile? "Puntiamo a raggiungere tre vittorie nel prossimo Sei Nazioni, non c'è dubbio".
Scegli la soddisfazione più grande, fino ad oggi, della tua carriera? "La qualificazione ai Mondiali di Dubai nel 2009, conquistata con la maglia della Nazionale azzurra rimane certamente un ricordo indelebile nel mio cuore.".
Quanto ti impegna una stagione sportiva? "Moltissimo. Gioco a rugby, mediamente, undici mesi all'anno. Sto ferma solo in agosto. Faccio parte sia della Nazionale azzurra a XV che ha 7. Quella a 7 (di cui è capitano ndr) è impegnata principalmente d'estate con il caldo. E, questa primavera, quando non ci saranno impegni della Nazionale, mi dedicherò al calcio".
Che momento sta attraversando il rugby femminile? "Ci sono ancora poche squadre in Italia, ma comunque il movimento sta crescendo. Anche nel nostro girone si sono formate due nuove squadre. Esistono solo due competizioni: la serie A con due gironi – sette squadre del Nord e otto al Sud – e la Coppa Italia. Ma questa disciplina avrà un grande sviluppo".
Sei arrivata in Nazionale: il rugby femminile può essere una professione con cui ci si mantiene? "Assolutamente no. Il rugby è solo tanta passione e volontariato. Nel nostro club non gira un soldo, è tutto volontariato, grande spirito di squadra e voglia di fare insieme. Questi sono i valori veri dello sport. Per chi, come me, ha avuto la fortuna di approdare in Nazionale, per le trasferte con gli azzurri c'è una diaria ed il rimborso spese. Ma io ho il mio lavoro: sono istruttrice nelle palestre. L'Italia di rugby mi ha però dato la possibilità di viaggiare tanto e vedere posti meravigliosi, come ad esempio Dubai.
Ultimo giro di domande? Che obiettivo ha, in questo campionato, il Casale rugby, "cenerentola" dello scorso? "Lo scorso anno eravamo all'esordio assoluto. Quest'anno è arrivata gente, anche più esperta nella categoria, e tutte insieme contiamo di migliorare il piazzamento della scorsa stagione".
Cosa diresti a una ragazza diffidente a cimentarsi nel rugby delle donne? "Se le piace la pratica sportiva, semplicemente di provare. Sono certa non smetterebbe più. Come è capitato a me".
In bocca al lupo, Capitano azzurro!

Questo l'Albo d'oro aggiornato del calcio femminile al Lido:

1 vittoria del Campionato Veneto (2012-2013)
1 Coppa Veneto serie C (2012-2013)
3 Promozioni: (dalla D alla C 2002-03) (2 posto e dalla serie C alla A2 2010-11), dalla C alla B (2012-13)
1 Coppa Veneto serie D (2001)
3 Coppe Disciplina Prima squadra
1 Coppa Disciplina Juniores
Lido di Venezia, 20 novembre 2013
Ufficio Stampa A.C.D.F. Net.Uno Venezia Lido
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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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