Venerdì, 26 Aprile 2024
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MA CHI L’HA DETTO CHE CI SONO SPORT PER MASCHI E SPORT PER FEMMINE?

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brugnerotto-calcio5
Dopo un anno di esperienza calcistica posso dirvi che li supereremo anche in questo… prima o poi. A settembre ho iniziato a giocare in una squadra femminile di calcio a 5.
Ho iniziato perché alcuni dicevano che avevo delle potenzialità. In realtà la mia reattività sportiva non è una vera dote, la definirei “foga da prestazione”: metto il duecento percento della mia forza di volontà che si tramuta in una vivace iperattività atletica. Alcuni provarono a farmi desistere scommettendo su una mia più che probabile rottura visto il mio fisico gracilino. Per fortuna sono ancora integra.

Io sinceramente ho iniziato per “rassodare”. Ho pensato fosse un modo divertente per tenersi in forma piuttosto che correre da soli con le cuffiette. Non essendo un’appassionata di calcio (le partite alla tv mi annoiano parecchio) non conoscevo nemmeno le regole base, i termini tecnici, i fondamentali. All’inizio è stato un po’ un disastro, ma non ho mollato, le mie compagne e i mister hanno avuto pazienza così un po’ alla volta sono migliorata. Migliorata si ma non abbastanza per togliermi il soprannome di “Picky, la scheggia impazzita” a sottolineare la mia iperattività dirompente e confusionaria…
Dal riassunto della mia esperienza di questi mesi parte la mia riflessione antropologica sul calcio. Da quanti secoli i bambini (maschi) scendono in stradina a tirare calci al pallone mentre noi giochiamo con le bambole? Loro si allenavano, noi imparavamo a diventare donne e ad avere un ruolo opportuno nella società.
Ci sono senza dubbio le eccezioni, anch’io da bambina ho giocato a calcio, ma solo perché ero l’unica femminuccia in una stradina di maschietti. Peccato mi mettessero sempre in porta…
Hanno quindi un vantaggio genetico che stiamo cercando di colmare, hanno muscoli più preparati, hanno ereditato movimenti affinati con il tempo, hanno sviluppato un istinto che gli fa muovere le gambe senza necessità di collegare il cervello. Il cervello noi invece ce lo mettiamo. Anche troppo. Ma forse stiamo sviluppando adesso quell’istinto calcistico primordiale.
Anche se ci vorrà ancora del tempo prima che le donne possano uscire il martedì sera per giocare a calcetto con le amiche lasciando il compagno a stirare davanti alla tv, il momento del riscatto sembra vicino.
Arriverà il giorno in cui diremo al nostro compagno di giochi: “tu stai lì, fai l’arbitro / il portiere / lo spettatore muto / l’allenatore” e tutte quelle cose che dicevano a noi femmine per farci stare fuori dal campo!

Elena Brugnerotto
http://golemino.wordpress.com/

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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