Sabato, 27 Aprile 2024
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TATIANA ZORRI: L'OBIETTIVO E' MIGLIORARE SEMPRE DI PIU'

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zorri tatiana
Quando ti trovi di fronte Tatiana Zorri nelle vesti di allenatrice la prima cosa che ti verrebbe voglia di chiederle è per quale motivo sia in panchina ad allenare e non in campo a far impazzire le avversarie, e c'è da scommetterci ad occhi chiusi sul fatto che, se volesse, Tatiana (classe 1977) darebbe ancora non poco filo da torcere con gli scarpini ai piedi. Quella voglia di realizzare i propri sogni e quella stessa grinta, oggi le permettono di far sognare il San Bernardo Luserna, che dopo un secondo posto in Serie B al primo anno, al secondo é riuscita a portare in Serie A, nel calcio delle “grandi” a cercare di dimostrare di poterci stare.
Sotto alla sua guida e grazie ai consigli di Tatiana Zorri, oggi capitan Bosi e compagne sono a pochi punti di distanza dalla salvezza con un rendimento esterno non troppo distante da quello delle big. L'unico neo, per ora, arriva dall'andamento in casa. Di fronte ai propri tifosi la Serie A ha riservato ancora poche Favole a lieto fine (tanto per giocare con i cognomi delle due sorelle, Annalisa e Stefania). "Bisognerebbe chiedere di poter giocare sempre in trasferta", scherza Tatiana, ma l'imperativo di questo ritorno sarà per forza migliorarsi. "Fare meglio in casa è il nostro obiettivo e per ottenerlo dobbiamo mantenere lo spirito di sempre, che è quello di provare a migliorarci e non sentirci mai arrivate. Diamo il cento per cento fino alla fine, poi tireremo le somme". Le parole di Tatiana sembrano quelle di una giocatrice come le altre, e forse è anche questa determinazione che può essere l'arma vincente in chiave campionato, perché la lotta per la salvezza mette di fronte squadre tutto sommato sullo stesso livello. Ognuna di esse dovrà inventarsi qualcosa per far pendere l'ago della bilancia dalla propria parte. "C'è molta disparità con le prime e non puoi competere contro giocatrici che si allenano tutti i giorni e fanno solo calcio.

 

Chi come noi si allena alla sera magari dopo una giornata di lavoro - spiega Tatiana - ha molte più difficoltà". In quest'ottica però poter contare in panchina su uno dei simboli del calcio femminile italiano come mister Zorri può essere un vantaggio, anche se lei minimizza. "Il mio inizio come allenatrice non è stato male è vero, ma alleno solo da due anni e devo ancora imparare molto. Certo, vorrei dimostrare di poter stare ad alti livelli, ma so che per farlo devo maturare esperienza e imparare da chi ne ha più di me".


Voglia di imparare e migliorarsi costantemente sono stati gli ingredienti che hanno plasmato una carriera calcistica che sarebbe il desiderio di qualsiasi giovane giocatrice. Se sono esempi positivi quelli di cui il calcio femminile ha bisogno, infatti, quello di Tatiana calza a pennello per tutti perché lei, partita giovanissima da Sora, ha lottato molto duramente per realizzare il suo sogno e diventare una calciatrice. Ha anche dovuto crescere in fretta, perché per una ragazzina partire e finire a migliaia di chilometri lontano da casa non è semplice e tra Torino, Lazio e Verona spunta anche un'avventura tra i ghiacci del nord: "A diciotto anni andai a giocare in Svezia per tre mesi. Fu un'esperienza bellissima e importante per la mia crescita personale e calcistica".

 

Difficile non fare un parallelo con le parole del commissario tecnico Antonio Cabrini pronunciate all'indomani della sconfitta della nazionale a Cesena contro la Svizzera, quando disse che un'esperienza fuori dall'Italia può fare bene alla crescita delle calciatrici. Quelle frasi scatenarono non poche polemiche, ma Tatiana è sulla stessa lunghezza d'onda. "La consiglio anch'io - spiega -, perché l'esperienza che può darti l'estero non ha pari con quella italiana. Purtroppo - e qui il tono della sua voce sembra tingersi di malinconia - in questo momento non vedo sbocchi per il nostro calcio e se da un lato è vero che andare all'estero farebbe diminuire le atlete che abbiamo qui, dall'altro potrebbe essere anche uno stimolo a club e federazione per non far scappare le ragazze". Per lei, comunque, il numero di calciatrici da cui pescare sta crescendo e fa ben sperare. "C'è un bel bacino di ragazze che possono far parte della nazionale e vedo dei margini di miglioramento.

 

Io credo molto nei giovani tanto che al Luserna abbiamo sposato questa linea proprio per le prospettive che ci può dare per il futuro, anche se serve tempo per dare alle ragazze il tempo di crescere".


Parlando di giovani, però, da altri sport - ed in particolare dalla pallavolo - in tempi recenti sono arrivate anche tirate d'orecchie, in particolare da Francesca Piccinini, che si è lasciata andare definendo le ragazze di oggi troppo "viziate" e con poca voglia di lavorare. Anche Tatiana si ritrova spesso a dover fare i conti con le giovani: la sua visione è simile, ma non proprio identica. "Da allenatrice ammetto che non è semplice allenare le giovani. I tempi sono cambiati anche nella vita di tutti i giorni: una volta c'era più voglia di imparare non solo nello sport, ma anche in generale. Per fortuna però non sono tutti così. Io penso - prosegue - che alcuni di loro non sappiano cos'hanno in mano ed a volte finiscano col declassarlo troppo. Dovrebbero capire che se vogliono fare sport ad alti livelli devono rinunciare a qualcosa".

 

Parole di una calciatrice che per onorare la prima convocazione in nazionale rinunciò al matrimonio della sorella e, a distanza di vent'anni, rifarebbe ancora tutto malgrado le difficoltà. "Sono felicissima di quello che ho fatto e non cambierei nulla. Ovviamente in una carriera ci sono anche momenti nei quali capitano cose belle e brutte, ma io sono sempre andata avanti".

 

Avanti fino ad arrivare in panchina ad iniziare a costruirsi la sua nuova avventura nel mondo del calcio dopo essere stata protagonista sul rettangolo verde per oltre vent'anni. Ma tra altri venti, come si immagina Tatiana Zorri? "È una domanda da un milione di dollari - sorride - non ci ho mai pensato. L'obiettivo è migliorare sempre di più. Oggi alleno il San Bernardo Luserna, raggiungiamo la salvezza, poi si vedrà".

 

Daniele Pompignoli
Twitter: @dpompignoli

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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