Lunedì, 29 Aprile 2024
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A TUTTO CAMPO con MISTER ANTONIO CINCOTTA!

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cincotta antonio16Ciao Antonio, ci racconti come è iniziata questa tua avventura “lariana” e il “segreto” di questa tua continua ascesa, visto anche a Monza, in Sardegna, al Milan, e negli Usa sei sempre riuscito a portare le tue squadre dal basso all’ alto contro i pronostici? Quest’anno alleni il Como Femminile, squadra retrocessa lo scorso anno dalla serie A; partiti senza troppe pretese anche per i tantissimi addii nella rosa delle giocatrici, ora siete in testa alla classifica e, ti permetto di fare i debiti scongiuri, con tantissime chance di arrivare alla promozione in A.
Ciao Mario, intanto grazie per l’intervista. E' vero, l’esperienza a Como sta superando ancora ogni aspettativa ed ogni pronostico grazie alla società e alle atlete rimaste. Il campionato è estremamente duro, ogni squadra in questo girone possiede una o due giocatrici capaci di cambiare la partita in un solo istante, per tanto il livello di attenzione deve sempre essere estremo. Il segreto non esiste, l’idea è continuare a modificare e individualizzare il lavoro.

Io, tra le varie cose, non tengo mai gli allenamenti del passato, nello specifico cancello sempre le esercitazioni (mantengo solo i titoli degli obiettivi) affinché non ne possa restare traccia. Il motivo risiede nel fatto che sono fermamente convinto che ogni singolo allenamento debba essere riprogrammato (e non copiato) in base a:


1) Chi hai realmente davanti in quel momento (le tue giocatrici non sono mai le stesse, perché ogni giorno possono avere stati di forma differenti, disponibilità al sacrificio differente, ambizioni di crescita diverse).

 

2) Le indicazioni ricevute dalle tue 2 ultime prestazioni, che spesso ti raccontano esattamente su cosa bisogna incidere a livello tecnico tattico in quel momento.

 

3) L’ identità di gioco che si vuole dare alla squadra (che dovrebbe rispettare l'identità dei singoli), e per lavorare sull’ identità dello stile di calcio che si vorrebbe proporre è necessario consolidare in ogni esercitazione il lavoro di gruppo in ogni reparto, di catena o sistemica e a prescindere dal punto 1 e 2, quei principi o quelle codifiche che devono poi scorrere nel torrente circolatorio e nell’ anima di tutte le atlete.


“Non pensiamo di essere proiettati ad una facile promozione, anche se oggi siamo in vetta, la nostra umiltà è reale e guardiamo sempre e solo alla prossima gara in programma. Basti pensare, che rispetto a quanto avremmo immaginato a Settembre, ci siamo presentati allo scontro diretto in casa del Valpolicella senza: Sampietro, Bertoni, Gaburro, Loseto, Brambilla e con Ambrosetti in campo con la febbre alta, a stringere i denti perché non avevamo panchina…insomma, ci si rende conto all’ istante di quanto sia difficile per noi lavorare in una stagione così assurda, per addii dovuti al lavoro, piuttosto che infortuni traumatici imprevedibili. I nostri piedi sono incollati per terra, ancorati alla realtà che affrontiamo con impegno e abnegazione.”

Le tue avversarie principali sono la Fimauto Valpolicella e l’Inter Milano, quale di queste due squadre temi di più e perché?
Bisogna dividere l’analisi, in quanto entrambi sono temibili.
In un campionato di “golf”, la mia idea è che il Valpolicella sia una Porsche. E’ una forte affermazione ma ho sempre pensato che la squadra che avrebbe vinto il campionato sarebbe stata la seconda classificata, perché la prima correva da sola, grazie ad una rosa da Serie A, mentre le altre, (noi per primi), dispongono di rose da categoria Cadetta.


La vittoria di oggi, inflitta dal Valpolicella con ben 5 reti al forte San Zaccarìa conferma in pieno la mia tesi ed è giusto fare i complimenti al club veneto per quanto sta creando in termini di rosa.


Noi siamo estremamente orgogliosi di essere addirittura davanti al Valpolicella, ora di 2 punti, e faremo del nostro meglio per restare dove siamo, ma è un’impresa estrema quella che le mie ragazze stanno compiendo, e se per qualunque motivo non riuscissero a mantenere la posizione, sarei comunque orgoglioso di tutte loro, perché già quanto fatto fino ad oggi, con il Valpo costretto ad inseguire è straordinario! L’ ordinario sarebbe vedere il Valpolicella in testa.

L’ Inter Femminile è una rosa di spessore, e non mi sorprende che sia in alto, può schierare alcune tra le migliori giovani d’ Italia, Merlo, Abati, Brustia, Zazzera, Rognoni, Bonfantini e l’esperienza portata da Baresi, Velati, Dedè e Selmi. E’ una squadra che ha avviato un progetto interessante, perché dà spazio vero alle giovani di interesse nazionale, a volte probabilmente manca un pochino d’ esperienza quando poi schieri molte giovani campionesse, ma sicuramente la disponibilità al lavoro e l’entusiasmo di una rosa con queste caratteristiche può compensare l’anagrafica.


Com’è stato dover rimanere per quasi 2 mesi lontano dalla tua squadra, visto il trasferimento a Coverciano, quando tornerai ad allenare concretamente sul campo in prima persona?
Ovviamente è stata un’assenza programmata insieme al club, che ringrazio sentitamente per questo, la squadra ha lavorato perfettamente come se io fossi presente, Mister Stefano, ha svolto un lavoro encomiabile, ed io, ogni giovedì, sono rientrato in tempi record attraversando i 400 km di distanza come meglio ho potuto per condurre comunque la seduta e dare il mio impegno al 101% . Presto tornerò con lo staff sul campo.

Sono ormai diversi anni che sei attivamente impegnato nel mondo del calcio femminile, come allenatore sul campo, ma anche come relatore in molti stage e convegni che trattano tecnica e tattica calcistica, spesso per società professionistiche maschili, quali Sampdoria, Perugia, Cittadella, Pordenone, Pescara ecc, ci racconti la tua esperienza?
Alleno calcio femminile da diversi anni, e sono molto contento del percorso sin qui fatto, ritengo di voler continuare in questo settore, dove ormai ho dettagliate conoscenze che mi permettono di specializzare il mio lavoro. L’ attività di relatore e formatore mi gratifica e mi permette di crescere, parlare davanti a platee nutrite e preparate ti mette sempre alla prova e non è mai banale, ma soprattutto, riesco ad accrescere le mie competenze dal confronto con l’aula.

Cosa significa per te “fare l’allenatore”? Che caratteristiche deve avere un buon allenatore per ottenere il MEGLIO dalle sue atlete/ti?
L’allenatore per me deve essere una figura capace di dare delle “monete” alle sue giocatrici, deve saper riempire un ipotetico “borsellino” di monete, che sono competenza, con lo scopo finale di poter dare alle atlete la possibilità di spendere queste monete sul campo, dove e quando ritengano sia giusto.

Quando alleni 18 o più ragazze/zi ti trovi di fronte a personalità diverse, quindi anche il tuo approccio deve variare in base alle loro caratteristiche, cosa non facile, come affronti questo problema?
Ci vuole un buon “occhiometro”. Ovvero esperienza pregressa mixata a competenza, che ti fornisce l’attitudine a comprendere prima e meglio il concetto di “uno nessuno e centomila” che ogni atleta può avere nel suo modo di vivere la prestazione e ciò che ruota intorno alla prestazione.

 

Il Calcio femminile Italiano sta vivendo un momento di transizione positiva, finalmente dopo molte sollecitazioni provenienti dai Presidenti di Società, giocatrici e media di settore e qui mi piace citare il sito con il quale collaboro da anni “Calciodonne.it”, la FIGC e la Lega Nazionale Dilettanti stanno mettendo in atto molte iniziative a medio e lungo termine per far CRESCERE questo movimento, cosa ne pensi di tutto questo?
Intanto complimenti a Calciodonne, un duro e dettagliato lavoro finalmente riconosciuto. Il calcio femminile ha bisogno di questo e di molto altro ma la strada intrapresa sembra darci delle speranze, serve continuità.

 

Anche le Nazionali femminili si sono date una struttura a livello Europeo... in questi ultimi anni, specialmente a livello giovanile, under 19 (Corradini), under 17 (Sbardella), si sono ottenuti ottimi risultati, ci sono ancora però notevoli differenze con le maggiori formazioni europee sia a livello di Nazionale che di Società, secondo te cosa bisognerebbe fare per ridurre nei prossimi anni questo gap? Pensi che l’aggregazione con le squadre professioniste maschili possa portare risultati positivi in tal senso?
Sull’ingresso dei club maschili, non ho ancora un’idea ben chiara, ma cito un esempio concreto.
Il Brescia Femminile, non ha alle spalle nessun club maschile, eppure da anni eccelle nella sua attività sia con la prima squadra che, appunto, con un fiorente settore giovanile, e vi sono anche altri settori giovanili di livello, quindi sarebbe giusto capire che probabilmente non serve il club maschile, ma serve chi davvero vuole investire e credere nello sport in rosa, come l’equipe del Presidente Cesari ha dimostrato e sta dimostrando.
Le nazionali stanno lavorando bene, quest’anno hanno inserito anche osservatori ufficiali sempre presenti, insomma, vedo un miglioramento continuo, e spero possa continuare così, quando vi sono tecnici come Sbardella e Guarino è certo che il futuro possa essere in discesa per le nostre giovani atlete.


Grazie Antonio. Tu sai che non si ottengono dei buoni risultati se non si è in grado di formare un buon gruppo di atlete/ti sia a livello fisico che mentale: tu hai già dimostrato di saperlo fare e di essere sulla buona strada per ottenere in futuro altri lusinghieri risultati. Non posso che farti quindi un grande “in bocca al lupo” per tutti i tuoi progetti futuri, partendo dal campo di gioco, iniziando logicamente dal tuo lavoro con il Como 2000!


Mario Merati
calciodonne.it

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 15 settembre 2016  n. 6032.
Direttore Walter Pettinati - PROMOITALIA Editore.

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